17 Aprile 2024
Vinitaly: i vini di maggior successo sono autoctoni e sostenibili

Sono i vini autoctoni, tra i quali il Nebbiolo piemontese, a far segnare i maggiori incrementi delle vendite sul mercato nazionale, a conferma di una scelta sempre più territoriale nei gusti degli italiani. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che nel proprio stand al Vinitaly, oggi in chiusura, ha esposto la top ten delle bottiglie che in Italia sono cresciute maggiormente nei consumi, sulla base dei dati Circana.

Nella classifica, che vede in vetta per la prima volta un vino rosato, il Cerasuolo d’Abruzzo, con un boom in volume del 19,7% che conferma la crescita dei rosé nelle preferenze degli italiani, al secondo posto il Grillo di Sicilia (+12,2%) e poi il Pecorino tipico di Marche e Abruzzo (+12%), c’è anche il nostro Nebbiolo (+4,2%).

L’aumento delle vendite dei vini autoctoni in Italia è in netta controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle vendite di vino che nel 2023 hanno fatto registrare un calo in volume del 3,3%.

“È il segnale del fatto che il futuro del nostro comparto vitivinicolo dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali” commenta il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

Oltre confine sono ottime le prestazioni dei nostri vini, con l’export di bottiglie Made in Italy che è aumentato in valore del 14% a gennaio 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’analisi della Coldiretti su dati ISTAT relativi al commercio estero.

Dopo il lieve arretramento fatto segnare lo scorso anno, con un valore di 7,8 miliardi che fa comunque del vino la prima voce dell’export agroalimentare – spiega Coldiretti Cuneo – la corsa delle bottiglie tricolori riprende a partire dagli Stati Uniti, primo mercato di riferimento, con una crescita pari al 14%. Segno positivo anche in Germania, secondo sbocco con un +3%, mentre in Gran Bretagna l’aumento è addirittura del 20%. Lieve crescita anche in Francia (+6%) mentre in Russia si registra quasi un raddoppio (+87%).

A livello internazionale è sempre più richiesto il vino biologico, con una proposta piemontese e italiana ben allineata al mercato. Infatti, secondo l’analisi Coldiretti su dati FIBL e IFOAM diffusa al Vinitaly, quasi una vigna bio su quattro (23%) tra quelle presenti in tutto il mondo è italiana, con la superficie vitata coltivata a biologico che ha superato nel nostro Paese i 130.000 ettari, superiore al 22% del totale secondo l’analisi Coldiretti su dati SINAB, per una produzione annua di circa 3 milioni di ettolitri.

“I vini biologici e sostenibili hanno conosciuto negli ultimi anni un vero e proprio boom, che conferma l’impegno dei nostri vitivinicoltori per la sostenibilità ma anche la capacità imprenditoriale nel rispondere alle nuove domande dei consumatori per prodotti che rispettano l’ambiente, di alta qualità e legati al territorio” sostiene il Presidente Nada.

“La produzione vitivinicola sulle nostre colline è da molti anni attenta alla sostenibilità ambientale, grazie anche a The Green Experience, certificazione collettiva nata in seno alla nostra Coldiretti, che coinvolge un centinaio di produttori di Alba, Langhe e Roero, 1.000 ettari di superficie vitata e ben 15 denominazioni tra DOCG e DOC, concretizzando pratiche agronomiche virtuose che consentono di conservare le risorse naturali del suolo e la biodiversità in vigneto, valorizzare e distinguere le produzioni vitivinicole e offrire la massima qualità al consumatore” spiega il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.

A ciò si aggiungono le ricadute positive di ECOLOG, il progetto per una logistica del vino a basso impatto ambientale e paesaggistico, sviluppato da Coldiretti Cuneo e dal Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, per ridurre del 30% il traffico di camion sulle colline di Langhe e Roero e rendere il paesaggio ancora più attrattivo e ospitale.

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