1 Marzo 2024
Flavescenza dorata della vite: la recrudescenza della malattia preoccupa

La recrudescenza della flavescenza dorata impone un cambio di passo nella lotta alla malattia.

Dopo la pubblicazione della nuova Ordinanza nazionale e delle nuove linee di lotta regionali, divulgate precedentemente, Coldiretti ha organizzato lo scorso 19 febbraio un webinar per informare i viticoltori piemontesi dei risultati della ricerca scientifica e tecnica e per illustrare le strategie e le misure di intervento utili a contenerne l’espansione.

Proponiamo di seguito un quadro di sintesi che raccoglie quanto emerso dal webinar, grazie agli interventi curati da: Luisa Ricci e Paola Gotta del Settore Fitosanitario del Piemonte; Alberto Alma, entomologo dell’Università degli Studi di Torino; Elisa Angelini, ricercatrice del CREA – Viticoltura ed Enologia di Conegliano Veneto. A questo link è possibile ritrovare le slides degli interventi.

Oltre all’azione di sensibilizzazione e di monitoraggio Coldiretti evidenzia l’opportunità di raccogliere dati e esiti di prove e di operazioni colturali e agronomiche per arrivare ad un risultato basato su esperienze e incidenza statistica che permetta di orientare le azioni e gli interventi.

Il Servizio Vitivinicolo di Coldiretti Cuneo invita, pertanto, i produttori e i tecnici vitivinicoli a compilare questo questionario in forma anonima (anche se chi lo desidera può fornire le proprie generalità) su cause ed effetti della patologia allo scopo di raccogliere utili informazioni circa il comportamento della flavescenza dorata e gli effetti delle operazioni colturali effettuate nella conduzione dei vigneti presi in esame. I dati raccolti saranno poi elaborati statisticamente con l’intento di individuare azioni agronomiche che aiutino a contrastare la diffusione della malattia.

 

MISURE FITOSANITARIE DI EMERGENZA IN PIEMONTE

Riassumiamo qui le principali indicazioni contenute nella Determinazione Dirigenziale della Regione Piemonte n. 839 del 5 ottobre 2023.

 

Obbligo di estirpazione

Qualora il numero delle viti sintomatiche per appezzamento di vite superi il 20% delle piante vive presenti, l’intero appezzamento di vite o parte di esso deve essere estirpato.

Devono essere estirpate tutte le piante di Vitis sp., compresi eventuali ricacci, site nei vigneti abbandonati.

Devono essere estirpate tutte le piante di Vitis sp. nelle aree con viti inselvatichite, comprese le aree non agricole (bordi strada, aree fluviali, aree incolte, massicciate ferroviarie e autostradali).

 

Trattamenti

Vanno effettuati trattamenti obbligatori anche al di fuori delle zone delimitate, considerato il non trascurabile rischio di diffusione dell’organismo nocivo nelle aree dove gli interventi necessari per il controllo del vettore e l’eliminazione delle fonti di inoculo non vengono normalmente eseguiti in modo generalizzato.

 

Collaborazioni e soggetti

Sono tenuti a dare attuazione alle misure i soggetti pubblici o privati responsabili dell’effettuazione degli interventi di manutenzione e di bonifica del territorio o delle reti (bordi strada, massicciate ferroviarie e autostradali).

I Servizi Fitosanitari Regionali possono avvalersi:

  • del supporto del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFAA), dei Carabinieri o del Corpo forestale delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome e dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) per la verifica del rispetto delle disposizioni;
  • dei Consorzi di tutela vini, delle cantine sociali, delle Associazioni dei produttori e delle Organizzazioni professionali degli imprenditori agricoli.

 

Sanzioni

In caso di inadempienza rispetto alle misure obbligatorie, oltre alle sanzioni pecuniarie previste dal D.Lgs. 19/2021, che vanno da un minimo di 1.000 fino ad un massimo di 15. 000 euro, possono essere disposte:

  • la sospensione dell’erogazione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo e dello sviluppo rurale fino all’adempimento delle prescrizioni;
  • limitazioni alla potenzialità produttiva delle superfici vitate interessate, fino all’adempimento delle prescrizioni (in sostanza viene bloccato il fascicolo del produttore);

 

ISTRUZIONI PER TRATTAMENTI EFFICACI

È consigliato l’uso di adeguati volumi d’acqua (200-300 litri/ettaro), acidificando con i prodotti normalmente reperibili in commercio. È preferibile effettuare i trattamenti nelle ore più fresche della giornata soprattutto nel caso di utilizzo di insetticidi abbattenti, avendo cura di eseguire uno sfalcio prima per la salvaguardia degli insetti pronubi. È importante concentrare l’azione sulle foglie basali della pianta, dove sono presenti gli stadi giovanili dell’insetto.

I trattamenti devono essere svolti nella finestra stabilita dalla Regione assieme ai tecnici.

Operando con queste attenzioni e seguendo le istruzioni dei tecnici Coldiretti a livello collettivo si migliora l’efficacia della lotta alla flavescenza dorata.

 

PIANTE INFETTE ED ESTIRPATE

Durante il periodo che va da giugno ad agosto, è fondamentale rimuovere immediatamente i tralci che presentano i sintomi della malattia (mancata lignificazione, necrosi parziali su foglie). È importante preservare la parte sana della pianta eliminando le parti malate appena possibile. Attenzione poi ad eliminare il ceppo colpito, come stabilito dalle linee di lotta obbligatoria.

Infatti, l’Ordinanza del Servizio Fitosanitario Centrale del 22 giugno 2023 stabilisce: “Devono essere tempestivamente estirpati e distrutti dal proprietario e/o dal conduttore del fondo tutti i ceppi di vite che presentano sintomi riconducibili alla presenza dell’organismo nocivo specificato, senza necessità di ulteriori analisi se nella zona infestata. In alternativa all’estirpazione immediata le piante sintomatiche individuate devono essere capitozzate, eliminando eventuali ricacci fino al momento dell’estirpazione del ceppo, che dovrà avvenire entro la successiva ripresa vegetativa e comunque non oltre il 31 marzo. Qualora il numero delle viti sintomatiche per appezzamento di vite superi il 20% delle piante vive presenti, l’intero appezzamento di vite o parte di esso viene estirpato. Devono, altresì, essere estirpate tutte le piante di Vitis sp., compresi eventuali ricacci, site nei vigneti abbandonati”.

Le piante estirpate, qualunque sia la causa, vanno eliminate dal vigneto. Difatti queste potrebbero diventare serbatoio di nuove infezioni di flavescenza dorata, considerato che l’insetto vettore Scaphoideus Titanus depone le uova nel ritidoma e troverebbe quindi un ambiente favorevole alla proliferazione.

 

FLAVESCENZA DORATA NEGLI ANNI

La situazione negli ultimi vent’anni risulta pressocché stabile, data la presenza degli stessi “ceppi” di fitoplasma, l’agente causante la malattia, “veicolato alla pianta” tramite l’insetto vettore. Non trova, dunque, giustificazione la recrudescenza a cui si è assistito negli ultimi anni.

La spiegazione più probabile dell’espansione epidemica è da addebitare alla riduzione dei trattamenti e ad un livello di allerta più basso, che hanno favorito la malattia portando nuovamente la problematica ad un livello di emergenza.

 

INSETTI VETTORI

Lo Scaphoideus Titanus è una cicalina che vive strettamente in vigneto e si nutre di linfa elaborata presente nel floema della pianta, dove si insidia il fitoplasma, ossia il batterio causante la malattia della flavescenza dorata. Esso, quindi, risulta essere tuttora uno dei maggiori responsabili di diffusione della flavescenza dorata in vigneto.

Altri vettori da attenzionare sono Orientus Ishide e Dictyophara Europaea, che hanno capacità trasmissiva minore ma sono presenti in vigneto su piante ospiti, ad esempio la clematide, vale a dire la liana che popola i boschi, il convolvolo, le leguminose come il favino, ecc.

 

CONTRASTO ALLO SCAPHOIDEUS TITANUS

Alla base della lotta al vettore resta di fondamentale importanza l’esecuzione dei trattamenti insetticidi nei tempi e nelle modalità previste.

Al fine di rendere più efficaci i trattamenti, va posta grande attenzione al monitoraggio in vigneto delle foglie più vicine al ceppo, nella pagina inferiore. È qui che si trovano i giovani della cicalina (che depone le uova nel ritidoma) ed è su questi che risulta importante agire con le sostanze attive ad oggi disponibili, nei periodi in cui sono presenti, vale a dire nei mesi di giugno e luglio.

 

CONFUSIONE SESSUALE

Scaphoideus Titanus utilizza la comunicazione vibrazionale, nello specifico emette delle vibrazioni ad una determina frequenza d’onda nelle fasi che precedono l’accoppiamento. L’emissione di specifici segnali ha come scopo l’identificazione della femmina seguita da una fase di localizzazione.

Andando a “disturbare” l’insetto attraverso l’emissione artificiale di vibrazioni ad una specifica frequenza, si è evidenziato come sia possibile limitare la probabilità che il maschio riesca ad individuare la femmina e quindi porre un contrasto alla riproduzione.

 

NOVITÀ DALLA RICERCA

Tra le novità dal mondo della ricerca c’è quella del prodotto siglato PRC2022, un composto che ha una traslocazione nei vasi floematici (il fitoplasma si localizza qui), costituito da zuccheri e microelementi. Questi hanno una nota capacità antimicrobica e avrebbero un doppio vantaggio: da un lato portare giovamento alla pianta, dall’altro contrastare il fitoplasma e quindi la malattia.

Sono state individuate altre sostanze che potrebbero avere un impiego sulla vite e che agiscono stimolando le difese della pianta stessa. Attualmente risultano esserci molte sperimentazioni in merito con i primi risultati incoraggianti.

 

MICROBIOMA, ALLEATO NELLA LOTTA?

Il microbioma gioca un ruolo fondamentale nel ciclo vitale dell’insetto e nel caso di Scaphoideus Titanus la ricerca ha evidenziato come, agendo sui simbionti (organismi che colonizzano gli organi dell’insetto), si possa ottenere una competizione con il fitoplasma, limitando la sua capacità di crescita all’interno del vettore e quindi riducendone la capacità di infettare piante sane.

È stato messo in evidenza, inoltre, l’effetto di attivare la risposta immunitaria dell’insetto attraverso la produzione di composti probiotici che innalzano la difesa immunitaria e impediscono la colonizzazione del fitoplasma.

 

GESTIONE DEL VIGNETO

Oltre a dover applicare le misure obbligatorie di lotta risulta determinante, per una buona riuscita del controllo della malattia, riconoscere in campo i primi “sintomi” che possono apparire sulle viti.

Negli ultimi anni quelli maggiormente presenti sono il germogliamento stentato con “germogli striminziti”, fenomeni di necrosi parziali ed ingiallimenti su foglie con mancata o parziale lignificazione del tralcio che tende a restare gommoso e ricadente.

 

ATTENZIONE AI VIGNETI ABBANDONATI

I vigneti abbandonati rischiano di essere un serbatoio formidabile di nuove infezioni.

Risultano, quindi, fondamentali le segnalazioni al Settore Fitosanitario Regionale delle aree abbandonate incolte con vite, nonché una politica di attenzione diffusa territorialmente e di partecipazione collettiva a ridurre le fonti di inoculo e di applicazione dei criteri di lotta.

Le strategie di contenimento prevedono, infatti, l’obbligo di eliminare ogni ceppo di vite nei terreni abbandonati ex vigneto, pena l’applicazione di sanzioni.

I risultati migliori si ottengono se e dove l’agire è su vasto comprensorio e vengono applicate tutte le buone pratiche agronomiche utili a limitare la diffusione della malattia.

 

GENOMA, CONOSCERLO È IMPORTANTE

Negli ultimi anni molto si è fatto sul fronte della genetica, in particolare si è approfondita la conoscenza del genoma (la “libreria di informazioni” di ogni essere vivente) del fitoplasma.

Scandagliando tra le varie informazioni nel DNA si sono scoperti alcuni geni che potrebbero essere “disattivati”, per esempio attraverso tecniche di evoluzione assistita (TEA), e quindi portare ad un depotenziamento del fitoplasma con conseguente riduzione della presenza di flavescenza dorata sulla vite.

 

DRONI COME STRUMENTO DI DIAGNOSTICA IN CAMPO

L’utilizzo dei droni potrebbe rivelarsi utile ai fini dell’individuazione precoce dei sintomi di flavescenza dorata attraverso l’utilizzo di telecamere, poste sull’apparecchio, dotate di sensori capaci di valutare lo stato vegetativo delle piante, potendo in questo modo cogliere tempestivamente e massivamente piante malate e di conseguenza intervenire rapidamente con le linee di lotta (viste sopra).

Coldiretti Cuneo è in prima linea con le attività di prova nei vigneti e con la “scuola” in grado di rilasciare ai produttori interessati l’autorizzazione alla guida del drone.

 

IN CONCLUSIONE

Oggi il contrasto alla flavescenza deve ancora essere centrato su un’accurata gestione del vigneto e sulla conoscenza specifica dei sintomi sulla pianta.

Ma il futuro guarda alla genetica. In particolare, un grande aiuto arriverebbe dalla cisgenesi, attualmente consentita dall’UE solo a livello sperimentale in ambienti confinati: una tecnica di manipolazione genetica che consiste nel trasferimento di uno o più geni di un individuo di una determinata specie (ad esempio una pianta di vite con dei geni di resistenza alla flavescenza dorata) nel genoma di un individuo della stessa specie.

Ciò permetterebbe di ridurre sensibilmente il tempo normalmente necessario per ottenere determinate caratteristiche mediante un incrocio classico in campo.

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