24 Aprile 2024
UE: stop lavoro forzato

Il divieto di accesso ai prodotti ottenuti tramite lo sfruttamento del lavoro risponde alle richieste dell’83% degli italiani che vogliono che venga fermata l’invasione di cibo straniero senza regole. Ora questo divieto deve essere esteso a tutti gli alimenti in commercio nell’Unione Europea che non rispettano le stesse regole in termini di tutela ambientale e di sicurezza dei consumatori, affermando il principio di reciprocità. Questo è l’appello lanciato dalla Coldiretti in occasione del via libera finale del Parlamento europeo al nuovo regolamento UE, che vieta la vendita, l'importazione e l'esportazione di beni realizzati sfruttando oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui minori, in ciò che rappresenta una moderna forma di schiavitù.

“Sono diversi – dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – i cibi che entrano nel nostro Paese su cui grava l’accusa di essere ottenuti mediante il lavoro forzato e che, seguendo il criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale dell’Unione e del luogo di provenienza, permette di vendere come italiano prodotti alimentari stranieri. Da qui la nostra richiesta di una revisione dello stesso Codice doganale”.

“Serve poi insistere – spiega il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – sul principio di reciprocità per proibire l’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa che non rispettano le stesse normative comunitarie in fatto di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del lavoro. Una concorrenza sleale che danneggia i nostri agricoltori peraltro sottoposti a Regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà.”

La grande mobilitazione di Coldiretti, che ha visto 10.000 agricoltori scendere in campo al suo fianco al Brennero lo scorso 8 e 9 aprile, continua con la raccolta firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto viene portato a tavola. Con 1 milione di firme vogliamo dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere il reddito degli agricoltori e la salute dei cittadini.

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