L’apertura della Commissione UE alla proposta avanzata dalla Germania di introdurre l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti in commercio riconosce il ruolo storico dell’Italia di apripista nelle politiche di garanzia verso il consumatore dopo la recente mobilitazione al Brennero della Coldiretti per la raccolta di un milione di firme per assicurare una piena trasparenza sul cibo. Ad affermarlo è la Coldiretti in riferimento agli esiti del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione europea.
“Grazie all’esempio dell’Italia – dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – ci sono le condizioni oggi per affermare una nuova stagione delle politiche alimentari nella UE, che guardino alla trasparenza, rispetto ai troppi inganni permessi in passato e anche contro i tentativi delle multinazionali di indirizzare le politiche verso i propri interessi. In tale ottica è importante l’annunciata marcia indietro del Portogallo rispetto all’applicazione del sistema di etichettatura a semaforo Nutriscore”.
L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti, con l’indicazione della provenienza che è stata estesa a circa i quattro quinti della spesa, anche se resta anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti.
Ma a pesare c’è anche il fenomeno del “fake in Italy”, i prodotti stranieri spacciati per tricolori grazie alla norma del codice doganale che consente l’italianizzazione grazie a trasformazioni anche minime. “Un inganno – spiega il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – contro il quale abbiamo portato al valico del Brennero migliaia di agricoltori lanciando una grande mobilitazione per la raccolta di un milione di firme. L’obiettivo è cambiare il codice doganale e introdurre l’etichetta d’origine obbligatoria su tutti i cibi in commercio nella UE”.