15 Giugno 2020
The Green Experience: la vigna che si ispira al bosco

Periodicamente leggiamo articoli o assistiamo a discussioni che puntano il dito contro l’impiego dei fitofarmaci in agricoltura, in particolare dei diserbanti, che indubbiamente hanno effetti collaterali dannosi sulla salute e sull’ecosistema.

Tornare indietro è possibile e, mentre altre realtà stanno pensando a cosa fare, nelle nostre colline il cambiamento è già in atto. Ovviamente ripristinare gli equilibri persi richiede preparazione, impegno e tempo.

Allo scopo, secondo Coldiretti Cuneo è importante guardare ad un modello quasi perfetto esistente in natura, impossibile da realizzare quando si fa agricoltura ma al quale ispirarsi: il bosco. Nel bosco la sostanza organica non si consuma come accade quando coltiviamo, anzi accresce; nel bosco convivono innumerevoli specie di microorganismi che rendono vivo il terreno, insieme a vegetali e animali. Tutti sono in competizione tra loro e tra alcuni di essi si instaurano simbiosi di reciproca utilità e scambio, così da trovare una convivenza estesa, senza prevalenze e quindi limitando anche lo sviluppo eccessivo dei patogeni.

Coldiretti Cuneo da otto anni promuove una campagna di sensibilizzazione di viticoltura ripensata, che consiste nel formare prima i tecnici e poi i viticoltori su criteri e tematiche per uno sfruttamento sostenibile, il meno impattante possibile, del terreno attraverso la coltivazione della vite (diciamo “meno possibile” perché qualsiasi coltivazione impatta e sfrutta il terreno, compresa quella biologica).

La campagna di viticoltura ripensata, tesa proprio al “modello bosco”, ha preso piede tanto che negli ultimi anni le vigne di Langa e Roero sono sempre più verdi e ospitali. Un centinaio di imprese per una superficie di mille ettari di vigneti, quasi il 7% del totale provinciale, ha scelto di adottare il protocollo “The Green Experience”; altre seguono il regolamento biologico, altre hanno abbandonato (o sono in procinto di farlo) i diserbanti e puntano a ridurre l’uso della chimica, spontaneamente, senza imposizioni. Le imprese vitivinicole, insomma, stanno migliorando l’attuale sistema di conduzione, con costi e impegni per adeguare le macchine e preparare la manodopera.

Il progetto The Green Experience di Coldiretti, realizzato grazie al sostegno della Fondazione CRC, ha come obiettivo la crescita costante verso una viticoltura sostenibile sotto i profili economico, ecologico ed etico. Lo fa attraverso un protocollo e due disciplinari: quello basato sul regolamento bio e quello incentrato sul sostenibile integrato. L’impresa sceglie a quale aderire, in modo anche progressivo, ma in entrambi i casi deve rinunciare assolutamente, senza deroga, all’uso dei diserbanti. Il protocollo The Green Experience va, poi, oltre il bio perché non si limita ad indicare le pratiche e le sostanze vietate: aggiunge azioni virtuose tese a migliorare costantemente ambiente e salubrità con molteplici interventi di buone pratiche.

Il progetto punta ad una viticoltura “bella da vedere”, riferendosi pertanto non solo alla diretta salubrità e sostenibilità, ma anche all’estetica attrattiva del paesaggio vitato, nei territori divenuti patrimonio Unesco proprio grazie alla coltivazione della vite. L’enoturismo dovrà, speriamo presto, ricominciare.

Tra i contenuti del progetto The Green Experience evidenziamo i seguenti: la riduzione dei residui di anticrittogamici e insetticidi mediante l’adozione di soluzioni come l’uso di attrattivi per evitare il moltiplicarsi di insetti (confusione sessuale con feromoni) o l’applicazione di nidi artificiali per favorire la presenza di uccelli predatori dei medesimi; l’aumento della biodiversità attraverso la semina di essenze particolarmente fiorigene e l’installazione di casette riparo; la riduzione dei gas serra (impronta carbonica) mediante la minore emissione ma soprattutto grazie alla fissazione della CO2 tramite la sostanza organica (sovescio, compostaggio, ecc.), l’impiego di energie rinnovabili, l’impianto di alberi. Il risparmio idrico con il reimpiego delle acque di lavorazione, la fitodepurazione e la pacciamatura con lo sfalcio lasciato a terra.

L’operazione The Green Experience si basa su una convinzione che nasce dal produttore in modo spontaneo, senza attendere che vi sia un dettame costrittivo. Ciò conduce ad un’espansione sul territorio consapevole quanto salda e orientata a fare sempre meglio.

Per qualcuno le azioni che abbiamo poco sopra elencato “dovrebbero” essere il futuro; per The Green Experience sono già realtà da qualche vendemmia.

 

I NUMERI THE GREEN EXPERIENCE:

  • 100 produttori in territorio di Alba, Langhe e Roero
  • 1000 ettari di cui 750 con sovescio e 500 in confusione sessuale
  • 15 DOCG e DOC
  • 28 Comuni
  • 6 milioni di bottiglie prodotte

 

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