Occorre dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione europea rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione come il Mercosur che penalizzano agricoltori e cittadini europei. È quanto sostiene Coldiretti Cuneo nel commentare le dichiarazioni della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha avviato il Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura.
Nel 2023, ad esempio, sono più che raddoppiate nel nostro Paese, per un totale di ben oltre il miliardo di chili, le importazioni di grano dal Canada trattato in preraccolta con glifosate secondo modalità da noi vietate, per cui è necessario che in Europa venga fatto valere il principio di reciprocità affinché le importazioni rispettino tutti i criteri in termini ambientali sanitari e nel rispetto delle norme sul lavoro vigenti nella UE.
“Una delle prime decisioni da prendere con questo Dialogo deve vertere sulla necessità di adattare la futura Politica Agricola Comune (PAC) alle esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole con un forte impegno alla semplificazione contro la burocrazia” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
La pandemia e le guerre – sottolinea la Coldiretti – dimostrano che l’Unione europea deve aumentare la propria capacità produttiva nell’agroalimentare con l’innovazione attraverso l’agricoltura 5.0 per affrontare i cambiamenti climatici.
“Le sfide attuali e quelle future, anche in vista di nuovi allargamenti dell’UE, impongono scelte ambiziose in termini di bilancio UE, che dovrà riconoscere il ruolo centrale del settore agroalimentare se vogliamo mirare ad una sempre maggiore sovranità alimentare a livello europeo per garantire cibo sicuro per i nostri cittadini” afferma il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
“Fermare le follie ideologiche significa anche revisionare nell’immediato le procedure per autorizzazione dei cibi sintetici, come richiesto dalla maggioranza qualificata di Paesi al recente Consiglio Agricolo UE” conclude il Presidente Nada.