7 Settembre 2021
SOS api: con clima impazzito addio a 2 vasi di miele su 4

Il clima pazzo sconvolge la natura con l’addio ad un vaso di miele Made in Italy su quattro per il crollo di circa il 25% della produzione nazionale in un 2021 segnato in media da quasi due eventi estremi al giorno tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo che hanno compromesso pesantemente la vita delle api. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati della banca dati dell’European Severe Weather Database (ESWD). La Provincia di Cuneo traina la produzione di miele in Piemonte con il numero più alto di alveari, quasi 60.000 e circa 1.500 apicoltori, divisi tra professionisti (600) e amatoriali (887), secondo il Censimento 2020 dell’Anagrafe Apistica. A seguire sempre per numero di alveari le Provincie di Torino circa 45.000 (con però 1.950 apicoltori di cui 1.419 amatoriali) e di Alessandria con 26.700.
Per quanto riguarda la produzione di miele in Granda nel 2021 secondo una stima di Coldiretti-Aspromiele avrà una media per alveare di 10-15 Kg, circa il -50% del 2020 (che già non fu una buona annata) e a fronte dei 40-50 Kg di 10 anni fa. L’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera ed una estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali hanno distrutto le fioriture e creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare.
In Granda le anomalie del meteo e, soprattutto, le gelate di inizio aprile hanno colpito le piante in piena fioritura con pesanti conseguenze sul raccolto di miele mentre la pioggia ed il forte vento hanno ulteriormente ostacolato l’attività di bottinatura delle api. In particolare, a farne le spese è il miele d’acacia, ma in primavera sono gelate anche le piante di ciliegio in piena fioritura, il tarassaco, il tiglio ed il castagno in fase di germogliamento. La melata non si sta facendo per colpa della siccità prolungata.
“Il risultato – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – è un raccolto di miele che quest’anno sarà ben al di sotto degli standard quantitativi passati, anzi tra i più bassi degli ultimi decenni, ma di elevata qualità. Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione. Con una produzione in calo, il rischio è ora che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al miele Made in Granda non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica”. Il settore evidenzia certamente un problema economico ma anche ambientale.
Non è più solo un problema di mancato reddito, ma di costi che stanno diventando insostenibili: gli apicoltori infatti devono farsi carico della nutrizione d’emergenza per non fare morire le api.
“Con la conversione in Legge del cosiddetto Sostegni-bis – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – sono stati ottenuti per il settore apistico 5 milioni di euro per fornire un aiuto economico agli apicoltori che hanno subito pesanti danni a seguito delle brinate, gelate e grandinate eccezionali nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021. Le risorse stanziate però non risultano sufficienti rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali. Attendiamo che la Regione Piemonte, che abbiamo sollecitato insieme ad Aspromiele, presenti i criteri per la presentazione delle domande di risarcimento”.

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