1 Aprile 2009
SETTORE SUINICOLO: NECESSARIA L’ETICHETTATURA E UN MAGGIORE CONTROLLO SUI PREZZI

Continuano le difficoltà per il settore suinicolo che sta di nuovo attraversando un periodo non positivo per quanto riguarda le quotazioni di mercato, prossime all’euro al chilogrammo.
Gli operatori del settore ribadiscono la necessità di convocare una tavola interprofessionale a livello nazionale, per dare compimento ad alcune progettualità previste dal Piano di Settore Suinicolo; c’è inoltre il forte bisogno di monitorare i diversi passaggi di filiera e i relativi aumenti dei prezzi.
La situazione riguardante il potere contrattuale dei diversi soggetti di filiera presenta grossi squilibri: infatti, da rilevazioni del CRPA emerge che considerato 100 il valore del suino, nel corso del 2008 l’allevatore ha percepito il15,7%, il macellatore 10,4%, il trasformatore 25,4% e la grande distribuzione 48,5%. Ad oggi il prezzo all’azienda agricola è di circa 1,06 €/Kg mentre al macello le quotazioni medie si aggirano sui 2,50 €/Kg. Sono però molto più salati i prezzi che i consumatori trovano sui banchi di negozi e supermercati: la carne (braciola) è venduta a circa 7,00 €/Kg, il prezzo del salame oscilla tra i15,00-20,00 €/Kg, il prosciutto crudo tra i 22,00-28,00 €/Kg mentre il cotto tra 15,00-20,00€/Kg.
L’aumento dell’ importazione di carne estera, talvolta venduta come nazionale, rende inoltre ancor più pressante la necessità di un‘etichettatura di origine anche sulla carne suina al fine di rendere più trasparente e favorire una corretta concorrenza sul mercato. Nella sola provincia di Cuneo sono oltre 900 le aziende operanti nel settore suinicolo, con oltre 800 mila capi.
Le difficoltà di mercato coinvolgono un numero sempre maggiore di aziende nonostante oltre 80% di esse rispettino disciplinari di produzione di elevata qualità, come quelli dei circuiti dei prosciutti DOP (San Daniele e Parma).
Coldiretti, in collaborazione con APS Piemonte, sta monitorando costantemente la difficile situazione di mercato e si sta impegnando per organizzare azioni che vadano a valorizzare il prodotto, coinvolgendo in quest’ultime anche le associazioni dei consumatori, al fine far conoscere al cittadino il reale valore di un prodotto di qualità.

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