5 Novembre 2021
Rincari: gli aumenti mettono in difficoltà le imprese

Con le quotazioni delle materie prime alimentari che hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da oltre dieci anni, trainati dai forti aumenti per oli vegetali, zucchero e cereali, servono accordi di filiera che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti.
È quanto afferma Coldiretti sulla base dell’Indice FAO che ha raggiunto a ottobre 2021 il valore massimo dal luglio 2011. Si tratta del risultato di un incremento medio del 31,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno con l’indice Fao che è salito al valore di 133,2 punti. A tirare la volata sono i prezzi internazionali dei cereali cresciuti del 22,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre lo zucchero aumenta di oltre il 40% ed i grassi vegetali sono balzati addirittura del 74% rispetto all’anno scorso.
“Con la pandemia – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. Si sta, così, innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri. Nell’immediato occorre però garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e degli allevamenti piemontesi affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori ed allevatori non scendano sotto i costi di produzioni. A preoccupare sono peraltro le prossime semine con i costi che sono raddoppiati per gli agricoltori che sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Per cogliere una opportunità unica – conclude Moncalvo – abbiamo elaborato e proposto progetti concreti immediatamente cantierabili nel PNRR per favorire una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale”.

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