Gli allevatori di bovini di Razza Piemontese, pur alle prese con le ben note difficoltà di mercato, si impegnano ogni giorno a produrre una carne dalle eccelse proprietà organolettiche che, oltre a rappresentare una tradizione alimentare unica, è un grande patrimonio da tutelare dal punto di vista ambientale. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo in occasione del convegno “Valorizzazione dei prati stabili per l’allevamento della Piemontese”.
L’evento, organizzato da Anaborapi, ARAP, Coldiretti Cuneo, consorzio La Granda e Centro Cicogne e Anatidi, si svolgerà sabato 21 settembre, a partire dalle ore 10, a Caramagna Piemonte, presso il Salone polivalente in piazza Boetti.
Il convegno farà luce sui modelli di allevamento della Piemontese in pianura, collina e montagna, sul valore dei prati stabili da un punto di vista agro-ecologico e alimentare per il settore zootecnico, e sull’importanza dei prati polifiti, ossia con una grande ricchezza di specie vegetali, e dei biofertilizzanti per ottenere una carne di alta qualità. Tra gli interventi in programma ci sarà quello di Lorenzo Martinengo, Referente dei tecnici di Coldiretti Cuneo, che illustrerà la gestione agronomica dei prati stabili: la rotazione delle specie erbacee da foraggio nei seminativi, i sistemi foraggeri estensivi e la conversione dei seminativi in prati stabili.
Il prato stabile – spiega la Coldiretti – è così chiamato perché viene lasciato per molti anni sullo stesso appezzamento, senza che sia stato arato, dissodato o seminato; si tratta di una coltivazione “naturale” che sfrutta l’attitudine delle singole specie e la loro adattabilità all’ambiente e al territorio circostante. Nei prati stabili si ritrovano decine di specie foraggere diverse, graminacee e leguminose, oltre ad una grande varietà di insetti e di uccelli, funzionali alla conservazione e alla salute del terreno.
Dunque, i prati stabili favoriscono lo sviluppo della biodiversità e l’arricchimento di sostanze organiche dei suoli, mantenendo un equilibrio sostenibile tra la presenza umana e i preziosi ecosistemi in cui ha luogo l’allevamento, dalle nostre montagne fino alle pianure. Nell’allevamento dei ruminanti, in particolare delle vacche di Razza Piemontese – sottolinea Coldiretti Cuneo – il prato stabile permette il pascolamento della mandria e fornisce foraggio sia fresco che affienato, che, grazie alla varietà di specie vegetali, si distingue per un alto valore nutritivo riflettendosi poi sulla qualità della carne.
“Un allevamento non è solo una stalla ma un intero sistema fatto di prati per il foraggio, di animali e di persone impegnate a custodire il loro patrimonio genetico e a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado; il loro è un ruolo cruciale di presidio del territorio e di tutela della biodiversità” evidenzia Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.
“Difendere la biodiversità non ha solo un valore naturalistico – aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – ma è anche il vero valore aggiunto di eccellenze agroalimentari come la carne bovina di Razza Piemontese. Investire sulla distintività è essenziale perché le imprese agricole cuneesi possano affrontare il mercato globalizzato, salvaguardando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.
La Granda – ricorda la Coldiretti – è culla della storica razza bovina Piemontese. Il comparto conta oggi 310.000 capi, più di 4.000 aziende, oltre 10.000 addetti nel settore, con un’elevatissima percentuale di giovani allevatori, ed un fatturato di quasi 400 milioni di euro.
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