28 Marzo 2008
QUOTE LATTE: L’AUMENTO UE DEL 2% NON SODDISFA COLDIRETTI

L’augurio è che non sia un alibi offerto agli industriali per ridurre il prezzo alla stalla

“Di fronte a costi di allevamento crescenti ci auguriamo che l’aumento delle quote latte non sia un alibi offerto agli industriali per ridurre il prezzo alla stalla agli allevatori mentre continua a crescere quello pagato dai consumatori”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento al voto favorevole dell’Italia nel Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Ue che ha dato il via libera ad un aumento, dal prossimo primo aprile, del 2 per cento delle quote di produzione di latte in Europa.
L’aumento lineare delle quote latte uguale nei diversi Stati dell’Unione Europea senza tenere conto del fatto che l’Italia è l’unico Paese realmente deficitario nella produzione, rappresenta - sottolinea il presidente della Coldiretti – l’ennesima sconfitta nazionale nelle trattative comunitarie dopo quella già subita per l’ortofrutta e per il vino, a favore dei Paesi del Nord”.
È inaccettabile – ha continuato Marini – che Paesi come l’Olanda che hanno quote per produrre quasi tre volte il proprio fabbisogno interno abbiano avuto lo stesso aumento percentuale dell’Italia dove quasi la metà del latte consumato è importato dall’estero. Anche se è inutile sottolineare che qualsiasi eventuale aumento non potrà comunque che essere assegnato esclusivamente ai produttori in regola con la legge nazionale e comunitaria, resta il rammarico per la debolezza negoziale dimostrata anche in questa occasione dall’Italia.” “Con la nuova legislatura – commentano Bruno Rivarossa(nella foto), direttore Coldiretti Cuneo e Piemonte e Marcello Gatto(nella foto), presidente Coldiretti Cuneo – serve una forte discontinuità con il passato che assicuri all’Italia nelle trattative comunitarie l’autorevolezza che spetta ad un paese da primato per quantità e qualità nella produzione agroalimentare nell’Unione Europea”.
“Coldiretti sarà attenta – conclude Tonino Gai, membro di giunta Coldiretti con delega al settore – ai criteri con cui Agea andrà a distribuire l’aumento di quote. Soprattutto, sin da ora, l’Organizzazione chiede che queste siano assegnate ai produttori che hanno agito nella legalità e investito in affitto ed acquisto delle quote latte.”

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della regione Piemonte : una vittoria per la legalità

Grande soddisfazione della Coldiretti Piemonte per l’esito del ricorso al Consiglio di Stato che la Regione Piemonte e l’Agea avevano presentato subito dopo che il Tar Piemonte, a fine gennaio, aveva emesso una sentenza con la quale accoglieva il ricorso presentato da molte imprese piemontesi per l’annullamento dei provvedimenti dell’Agea in merito alla procedura di restituzione e compensazione del prelievo supplementare relativo alle consegne di latte del periodo 2004/2005, nonché l’annullamento di altre procedure. Il Consiglio di Stato, con l’udienza del 4 marzo 2008, ha accolto le motivazioni presentate dagli appellanti cioè l’Agea e la Regione Piemonte che hanno giocato sicuramente un ruolo importante e
determinante nell’esito positivo di questo pronunciamento.
Una grande soddisfazione a favore di migliaia di imprese agricole piemontesi che hanno sempre rispettato la legalità.
Ora Coldiretti Piemonte auspica che gli enti competenti possano riprendere con determinazione gli atti e le azioni “congelate” prima del 4 marzo scorso, al fine di dare completa attuazione all’ormai troppo lungo percorso del rispetto della legalità. In questo modo viene avvalorata la posizione di Coldiretti Piemonte che, sempre più determinata, proseguirà per la sua strada, quella volta a salvaguardare la trasparenza e la qualità.

Latte : No alla compensazione europea

La commissaria Fischer Boel ha bocciato categoricamente la possibilità di una compensazione tra Stati,
intervenendo davanti al parlamento europeo. Ha affermato, infatti, che la compensazione rischia di rendere ancora più complicata l’applicazione del regime, oltre a introdurre una notevole incertezza per gli allevatori. Questi ultimi dovrebbero basare le proprie scelte produttive su complesse analisi della situazione a livello europeo e saprebbero solo l’anno successivo se sono riusciti ad evitare la multa o no.

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