19 Marzo 2021
Qualità dell’aria: urgente revisionare le misure del piano

Disparità di misure rispetto ad altre Regioni limitrofe e restrizioni troppo rigide quelle del Piano Straordinario per il risanamento della Qualità dell’Aria del Bacino Padano. Lo aveva già denunciato Coldiretti settimana scorsa sottolineando quanto le nuove misure stanno gravando in particolare sulla continuità operativa delle imprese del mondo agricolo, già duramente messo alla prova dalla pandemia.
Misure che mettono in discussione le principali pratiche agronomiche che sono la base per la produzione di eccellenze alimentari della nostra Provincia.
“Ancor più oggi che è ai blocchi di partenza una nuova campagna agraria – ha dichiarato Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – è urgente revisionare quella parte di misure straordinarie introdotte, che stanno fortemente gravando sul settore agricolo, per garantire alle imprese la continuità operativa. Abbiamo già presentato delle proposte alla Regione affinché i vincoli siano più equilibrati ed in linea con quelli adottati dalle altre regioni del bacino padano poiché quelli che le aziende agricole sono chiamati a rispettare in Piemonte sono decisamente più restrittivi.”
Coldiretti nei giorni scorsi aveva sottoposto il problema al Presidente della Regione Alberto Cirio, proponendo soluzioni concrete e sollecitando un suo diretto intervento per poter derogare alcuni importanti divieti, ritenuti peraltro, dalle stesse norme tecniche europee di riferimento, operazioni a basso livello emissivo.
“Siamo a ribadire, quindi, la necessità di un momento di confronto con la Regione – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore Coldiretti Cuneo – poiché è imprescindibile una rivalutazione delle limitazioni sia strutturali, che temporanee per poter assicurare le produzioni piemontesi fondamentali per la catena alimentare in una fase già così già difficile dovuta all’emergenza sanitaria in atto, ancor più con la zona rossa di queste settimane, ed anche per evitare danni economici ulteriori agevolando indirettamente le importazioni. È assurdo scaricare principalmente sull’agricoltura, e di conseguenza sull’intera filiera agro-alimentare, responsabilità che, invece, sono da ricondursi maggiormente ad altri ambiti, pur essendo necessario il buon senso per tutelare i cittadini.”

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