9 Novembre 2021
Qualità dell’aria: le disposizioni del piano continuano a penalizzare particolarmente l’agricoltura

“Le disposizioni regionali continuano a non rispondere alle effettive esigenze e reali necessità del comparto agricolo piemontese. Si tratta, come abbiamo già più volte ribadito, di consentire l’adozione di pratiche propedeutiche al sorgere e diffondersi di problematiche fitopatogene. Una situazione di rischio che potrebbe essere superata attraverso l’introduzione di specifiche deroghe all’attuale divieto di abbruciamento dei materiali vegetali”. È quanto afferma Roberto Moncalvo Delegato Confederale Coldiretti Cuneo, nel rilevare il perdurare, nelle aree di collina e pianura individuate dalla Regione Piemonte, delle criticità riconducibili alla fase applicativa delle misure introdotte rispetto al Piano Straordinario della Qualità dell’Aria.
“Tale pratica, infatti, non costituisce solo una consuetudine ma rappresenta un’attività basilare per garantire una condizione di continuità gestionale di specifici areali, così da mantenere produttive porzioni di territorio dove è elevato il pericolo di abbandono ed a prevenire rischi idrogeologici, oltre ad essere, appunto, necessario per evitare il diffondersi di fitopatie. Questo, però, non è ancora stato recepito dalla Regione che, nonostante le nostre ripetute richieste di confronto, sta andando avanti su una strada che, rispetto ad altri settori, penalizza pesantemente l’agricoltura. In particolare – continua Moncalvo – per le imprese del comparto frutticolo, castanicolo, corilicolo e viticolo, durante il periodo invernale, sono necessarie operazioni di potatura per riequilibrare la pianta, la capacità produttiva e per eliminare parti legnose compromesse da attacchi fitopatologici che non possono restare stoccate poiché potrebbero essere molto pericolose per la diffusione di importanti malattie”.
“Pur comprendendo, quindi, le ragioni di dover limitare la formazione di polveri sottili e di dover trovare un giusto punto di equilibrio rispetto al Piano Straordinario- aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – chiediamo nuovamente alla Regione di introdurre la possibilità di adottare delle deroghe per tutti i Comuni del cuneese, almeno di 30 giorni, anche non consecutivi (rispetto ad un divieto che interessa un periodo di 7 mesi), attraverso specifici provvedimenti al fine di non mortificare le esigenze di un territorio su cui insistono produzioni simbolo del Made in Granda”.

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