Gli industriali lucrano sulle spalle di allevatori e consumatori

“Non possiamo stare in silenzio di fronte alla prepotenza di chi vuole distruggere un sistema produttivo, né subire i ricatti dei colossi industriali che guardano solo al profitto soggettivo a scapito di tutto e di tutti, mettendo in ginocchio le aziende che producono latte”.  Così il direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano stigmatizza con amarezza il nulla di fatto emerso dalle trattative odierne presso il tavolo convocato dal Ministero delle Politiche Agricole, dove Assolatte ha offerto un adeguamento di un solo centesimo in più per litro di latte agli allevatori.
È chiaro che la multinazionale francese Lactalis, leader del settore e detentrice dei marchi Parmalat, Galbani, Locatelli ed Invernizzi, insieme agli altri industriali vogliono colpire il Made in Italy, puntando sulla produzione straniera e portando alla chiusura le  nostre stalle. Nel Cuneese, prima provincia a livello regionale per la produzione di latte, sono a rischio mille aziende, che producono oltre 530mila tonnellate di latte.
“Chiediamo – prosegue il direttore della Federazione Provinciale - che il compenso riconosciuto sia almeno commisurato ai costi di produzione. È indispensabile incrementare di circa il 20 per cento i prezzi riconosciuti all’allevatore rispetto a quelli attuali. Quando una stalla chiude non vi è nessuna possibilità che riprenda l’attività e non dobbiamo dimenticare le gravi conseguenze che questo comporta: le ripercussioni, colpiscono non solo il comparto, ma hanno forti contraccolpi diretti e indiretti sulle dinamiche economiche e occupazionali del territorio. Per questo, chiediamo anche ai consumatori, già penalizzati per il forte ricarico applicato ai prodotti lattiero caseari, di fare massa critica per tutelare e difendere il lavoro degli degli allevatori italiani”.
Nei prossimi giorni, si definiranno eventuali azioni in risposta alla totale mancanza di responsabilità dimostrata dagli industriali.