23 Novembre 2021
Nutri-score: al via 5 istruttorie dell’antitrust contro il forviante sistema di etichettatura

L’istruttoria avviata dall’Antitrust sul Nutri-Score è importante per fare chiarezza su un sistema di etichettatura che boccia ingiustamente l’85% del Made in Italy a tavola. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’intervento dell’Autorità Garante della concorrenza che ha promosso 5 istruttorie sull'uso del sistema di bollinatura fronte pacco denominato Nutri-Score da parte delle società italiane GS, Carrefour Italia, Pescanova Italia e Valsoia, delle società francesi Regime Dukan e Diet Lab, della società inglese Weetabix e di una società tedesca attiva nella produzione di caramelle.
Secondo l’Antitrust il sistema a colori dell'etichetta Nutri-Score potrebbe indurre in valutazioni errate sulla salubrità di un determinato prodotto, prescindendo dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all'interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato.
“Le etichette a colori, infatti si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive e sull’assunzione di energia – afferma Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – senza tenere conto delle porzioni escludendo paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Ora la battaglia si sposta in Europa per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”.
“L’equilibrio nutrizionale – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto. La Provincia Granda conta 11 produzioni a denominazione d’origine fra DOP e IGP, 18 DOC e DOCG: una grande biodiversità da continuare a valorizzare per evitare una indistinta omologazione”.

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