24 Marzo 2016
NEL CUNEESE STAGIONE FORMATIVA DEI DIRIGENTI LOCALI DI COLDIRETTI

E’ stato ultimato con l’incontro della zona di Cuneo il percorso formativo che ha visto coinvolta l’intera classe dirigente di Coldiretti Cuneo. A guidare la formazione Delia Revelli presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte ed Enzo Pagliano direttore Coldiretti Cuneo.
Il momento formativo mette in evidenza il ruolo socio politico dei “corpi intermedi” (sindacati, associazioni, organizzazioni..) che vivono un periodo di incertezza e di criticità. La tendenza attuale è quella di superare nell’assunzione delle decisioni  politiche a livello nazionale ed europeo i “corpi intermedi”. Si sta assistendo ad un tentativo di renderli irrilevanti. Questa situazione non fa bene alla democrazia ed alla crescita sociale ed economica perché si generano delle caste autoreferenziali andando ad incidere negativamente sul dialogo costruttivo tra le esigenze dei cittadini e le Istituzioni.
Il direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano ha ripercorso le iniziative e i numerosi obiettivi raggiunti da Coldiretti che si è mossa e continuerà a farlo con una visione di insieme ed uno sguardo all’orizzonte europeo. Ha invitato la classe dirigente di Coldiretti Cuneo a fare sistema, ad essere momento di confronto e di verifica per dare un senso partecipativo dei soci alla vita dell’organizzazione. Di qui l’impegno a seguire le problematiche economiche guardando all’attuazione del nuovo piano di sviluppo rurale apportando, in senso costruttivo, modifiche e correzioni ai parametri per soddisfare uno strumento che deve essere visto dalle imprese agricole come un mezzo e non un fine, per attuare investimenti in un’ottica aziendale futura.
Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte ha evidenziato, nelle sue conclusioni, come il successo delle battaglie di Coldiretti sia rivolto agli imprenditori agricoli professionali, ma questo passa attraverso il confronto e la condivisione con i cittadini consumatori.
Ha quindi evidenziato che il “corpo intermedio” denominato Coldiretti ha ancora un senso compiuto. L’organizzazione ha obiettivi ambiziosi nell’interesse del Paese e delle imprese agricole associate. Ha quindi auspicato la partecipazione attiva di tutti i soci alla vita dell’organizzazione, ha stimolato la classe dirigente locale ad essere propositiva e cinghia di trasmissione tra il socio e chi ha responsabilità a livelli superiori, ma ha molto insistito sul “senso di appartenenza” ad una organizzazione come Coldiretti che è passata dalla protesta alla proposta.

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