7 Settembre 2009
NECESSARIA UNA NUOVA CULTURA DEL BERE

 Torna alla ribalta il problema del tasso alcolemico e produttori vitivinicoli ed amanti del bere bene lanciano l’allarme: senza una cultura del bere in modo corretto e responsabile si rischia di demonizzare il vino e tutti coloro che lo sanno apprezzare, con gravissime ripercussioni economiche sulle cantine vitivinicole.
Ridurre ulteriormente il limite di alcol presente nel sangue porterà a cancellare totalmente la possibilità di bere vino, anche in modica quantità, per chi debba guidare, trasformando un prodotto che si contraddistingue spesso per qualità ed eccellenza, in qualcosa di estraneo alla vita quotidiana e mettendo in difficoltà i produttori di vino e tutta la filiera.
È lo stesso Ministro delle Politiche Agricole ad evidenziare, nel corso di diverse interviste, la necessità di fare maggiori distinzioni tra vino e superalcolici ed a mettere in luce tutti gli altri fattori di rischio per chi si mette alla guida. Pare ci si voglia accanire solo sul vino, quasi fosse la causa di tutti i mali. Eppure, se negli ultimi 40 anni il suo consumo in Italia è passato da 120 litri a 45 e nonostante questo gli incidenti sono aumentati, la correlazione manca. L’abuso di alcol, e, si badi bene, di alcol in senso lato, è anch’esso causa di incidenti, ma perché non evidenziare che l’incidenza dei sinistri trova nelle statistiche ufficiali questa graduatoria: quasi il 95% per errori di guida, segnaletica e problemi meccanici e un 3% per alterazione psicofisica, che comprende l’uso di droghe e farmaci che inducono sonnolenza. Il 2% degli incidenti è infine legato all’alcol, dove lasciamo immaginare tra i vari prodotti che vanno di gran moda al sabato sera, quale sia il posto ed il livello di consumo di vino.
 “In questi giorni di vendemmia – ha commentato la Coldiretti Cuneo- il problema legato al consumo di alcol per chi si mette alla guida è tornato a farsi sentire. Da sempre la nostra Organizzazione sottolinea la necessità di non fare di tutta l’erba un fascio, non demonizzando il vino e coloro che lo bevono. La paura che serpeggia tra i produttori è che, tra la crisi e la normativa del codice stradale, il mercato del vitivinicolo possa subire una contrazione”.
Nei mesi scorsi Coldiretti, il Consorzio di Tutela e le organizzazioni del territorio, avevano invitato le autorità politiche a non adottare inutili misure ulteriormente restrittive.
Ora tornano a lanciare il medesimo appello, evidenziando come la storia abbia dimostrato che limitazioni eccessive non abbiano mai assicurato i risultati auspicati e possano, in questo caso, causare gravissimi danni economici ai produttori vitivinicoli, mettere a rischio una cultura secolare e negare agli amanti del gusto un’eccellenza che in molti ci invidiano.

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