10 Gennaio 2012
MERCATO DELLA CARNE ROSSA: SITUAZIONE INSOSTENIBILE SENZA UN VERO PROGETTO DI FILIERA

Coldiretti Piemonte denuncia le difficoltà che sta vivendo il mercato della carne rossa e la necessità di mettere in campo strategie economiche per combattere la crisi dei prezzi dei bovini alla stalla e riconoscere il giusto ritorno economico agli imprenditori agricoli, che ogni giorno di più sono costretti ad allevare in perdita.
“I bovini alla stalla sono pagati meno di quanto siano i costi di mantenimento – dice Marcello Gatto, membro di giunta di Coldiretti Piemonte, con delega al Settore Carni - è urgente adottare politiche a sostegno del settore e individuare formule concrete di intervento poiché conseguenza della crisi dei prezzi dei bovini alla stalla, è la chiusura degli allevamenti con gravi problemi di presidio del territorio ed occupazionali”.
Anche in occasione delle festività natalizie, i consumi non sono aumentati, nonostante la carne rossa sia un elemento importante della dieta mediterranea e, in particolare quella della razza bovina piemontese, a basso contenuto di grassi saturi, sia insostituibile perché dà un valido apporto proteico senza generare problemi di colesterolemia.
Coldiretti Piemonte rimarca la necessità di adottare progetti per favorire le progettualità di filiera verso il mercato e cercare nuovi spazi per la carne fresca.
“La qualità e le caratteristiche organolettiche della carne di razza bovina piemontese costituiscono un importante valore aggiunto e devono essere tutelate con nuove formule di progetti economici”, concludono Paolo Rovellotti, presidente,  e  Bruno Rivarossa, direttore della Federazione regionale: “Coldiretti sta lavorando al fianco degli imprenditori agricoli, per restituire loro la giusta dignità. I prezzi della carne bovina sia nelle macellerie tradizionali che nei supermercati ha mantenuto gli stessi prezzi rispetto a tre anni fa, mentre i prezzi dei bovini alla stalla si sono contratti di oltre il 20 per cento. E’ necessario che l’allevatore diventi la figura centrale e si interfacci con la grande distribuzione, superando le nuove forme d’impresa legate a parametri economici speculativi, che mettono sullo stesso piano la carne bovina allevata in Piemonte con quella di minor pregio, che arriva dall’estero. Per questo con il nostro Osservatorio Mercati si stanno prendendo contatti anche con i grandi gruppi per cercare nuovi accordi di filiera”.

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