27 Novembre 2009
L’IMPRESA VITIVINICOLA È STRANGOLATA DAI CONTROLLI FORMALI

 Da quest’anno la fase di certificazione e controllo ha sottratto alla vendemmia il primo posto per richiesta di impegno, tempo dedicato e preoccupazione. I viticoltori sono esasperati nel fare la spola tra Valoritalia, la società alla quale è stato assegnato il piano dei controlli, e le Camere di Commercio per ottenere le ricevute attestanti la DOC/G. Gli innumerevoli richiami presentati dalla Coldiretti in ogni incontro tra Istituzioni, Enti e consorzi. che proponevano immediati snellimenti ed ottimizzazioni,sono rimasti inascoltati. Oggi il rilascio dei noti “bollini” per le uve ed i vini a Denominazione d’Origine è subordinato alla interminabile catena di passacarte e di formali pareri di conformità. L’anno scorso almeno i dati circolavano
tra i soggetti controllori in modo efficace, con accordi e metodologie informatiche ancora da perfezionare, ma senza intralci. Oggi si è retrocessi alla carta, ai timbri ed al passamano da sportello a sportello. E la nuova OCM, invece di sfrondare peggiora la situazione. Per non parlare delle formalità fiscali e doganali che sono per le cessioni intracomunitarie un labirinto senza fine. Anche su questo aspetto Coldiretti ha le idee chiare: i produttori non vogliono “sconti”, chiedono di versare il dovuto, anche anticipatamente,pur di riuscire a vendere il loro vino a chi desidera riceverlo. Altri innumerevoli aspetti sono richiamati nel progetto
di semplificazione che già in occasione della riforma della legge sulle Denominazione d’Origine, Coldiretti conta in parte di concretizzare, per poi completarlo a breve.
I consumatori sanno benissimo che il vino è tra i prodotti più certificati da tempo e sanno pure che in Piemonte si è deciso di apporre una fascetta stampata dal Poligrafico dello Stato su ciascuna bottiglia. Cosa serve ancora? Tutto quello che si aggiunge rischia di essere superfluo.
Coldiretti, per questo, ha scritto la sua proposta al Ministero in occasione della riforma della legge sulle denominazioni d’origine. Al centro ha messola semplificazione, partendo immediatamente dai controlli:
rivedere completamente il vecchio piano e armonizzare e coordinare l’operato dei vari soggetti pubblici e non che a vario titolo hanno a che fare con la produzione del vino (per citare solo i principali:Comuni, Provincie, Regioni, Agea,Organismi Pagatori Regionali,ICQ, Dogane, GdF,CFS, NAS, ASL,ARPA, Camere di Commercio,società di controllo, consorzi di tutela).
“Ogni soggetto – spiega Fabrizio Rapallino, responsabile del settore vitivinicolo Coldiretti Cuneo – dovrà poter scegliere il proprio titolare del nuovo piano dei controlli tra i soggetti autorizzati dal Mipaaf e accreditati secondo le disposizioni europee, evitando così monopoli e favorendo la competitività e il contenimento delle tariffe. Fondamentale poi ribadire la centralità del vigneto e del viticoltore nel sistema. Riscrivere i compiti dei consorzi, evitando commistioni e duplicazioni con i controlli i e riconsiderare la rappresentatività dei viticoltori nella loro compagine sociale”.
“L’andirivieni attuale di carteggi, – conclude Cesare Gilli, segretario di Zona della Coldiretti Alba – di pareri di conformità e di autorizzazioni non intimoriscono minimamente i farabutti, mentre fanno perdere giornate intere agli operatori, con il rischio di farli allontanare dalla DO, cardine su cui poggia la vitivinicoltura piemontese e su cui gira una vasta economia fatta da circa 25 mila aziende vitivinicole, oltre 50 cantine sociali, 280 industrie del settore con 3300 occupati”.

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