27 Dicembre 2008
LATTE: SUL PREZZO NON C’È ANCORA ACCORDO

Ancora niente di fatto sul fronte del prezzo regionale del latte alla stalla. Dopo l’ennesima fumata nera, il tavolo di trattativa si è concluso con una serie di auspici relativi ad una ripresa del settore dei consumi di latte e di trasformati.
Per quanto concerne la parte agricola Coldiretti ricorda che gli acconti attualmente concessi alle imprese agricole che producono latte da parte degli industriali caseari piemontesi non coprono i costi di produzione. Gli allevatori che per anni hanno lavorato sul fronte della qualità non si vedono riconosciuti, neanche in parte, gli sforzi compiuti.
Nella trattativa avvenuta venerdì 5 dicembre la parte agricola ha avanzato una sua proposta consistente nel ragionare in termine di media. Nella scorsa campagna la media è stata di 360,6 €/1000 litri per partite di 40 hl. La parte agricola ha chiesto che sia mantenuta la medesima media, ragionando nell’arco di dodici mesi, cioè dal 1aprile 2008 al 31 marzo 2009. Per raggiungere tale obiettivo, il prezzo negli ultimi cinque mesi, vale a dire da novembre a marzo, sarebbe dovuto essere 342,5 €/1000 litri.
“Questo ragionamento – ha dichiarato Tonino Gai (foto in alto), membro Giunta Coldiretti Cuneo – sarebbe potuto servire agli industriali per evitare di ribassare i listini dei supermercati, dato che si poteva evidenziare come la media fosse quasi uguale a quella della passata campagna. Gli industriali non hanno però accettato questo ragionamento in quanto era loro intenzione concordare un prezzo fino al 31dicembre. ”La parte agricola ha insistito perché la sua proposta fosse presa in considerazione, sottolineando che il prezzo degli ultimi 5 mesi sarebbe potuto essere gestito sulla base alle loro esigenze, purchè si salvaguardasse la media finale. Proposta nuovamente rifiutata. A questo ennesimo rifiuto, la parte agricola ha dichiarato che a tali condizioni avrebbe ritenute libere le partite di latte. In merito è stato allora concordato che per questa campagna la partita di latte si ritiene libera qualora si fornisca un preavviso di 60 gg dalla scadenza della stessa e cioè il 31 marzo. Accordo valido per tutti i caseifici. A giorni la Regione invierà alle parti uno scritto per specificare tale accordo.
In questo contesto di grandi difficoltà si inserisce la problematica relativa alla vendita di latte fresco partita dal Nord Est italiano ed approdata sulla cronaca nazionale. Coldiretti Piemonte precisa che nella regione subalpina non esistono dubbi sulla qualità del latte distribuito dalle imprese agricole che hanno istallato un distributore automatico di latte crudo. In ogni caso questo latte è perennemente sotto controllo delle autorità sanitarie piemontesi ed è monitorato da analisi di autocontrollo aziendale.
Inoltre si sta valutando, in accordo con l’Assessorato regionale alla Sanità, una formula consortile che consenta l’adozione di regole uniche in sintonia con le disposizioni di legge sia regionali che nazionali. I distributori istallati in Piemonte hanno comunque tutti i requisiti previsti negli altri stati europei. Mentre da una parte si cerca di fornire tutte le garanzie possibili dall’altra si sta lavorando per un progetto che si inserisca nella trasformazione come nuovo soggetto economico.
È di venerdì 5 dicembre la presentazione presso lo stabilimento IN.AL.PI. spa di Moretta di un impianto per la produzione di latte in polvere che utilizza la tecnologia di evaporazione ed essicazione per atomizzazione (Spray Dryver) dimensionato per trattare 150 mila tonnellate annue e per produrre 15 mila tonnellate all’anno di polvere e 60 tonnellate al giorno di panna cruda. Il contratto di fornitura del trasformato è già stato sottoscritto per 5 anni con la Ferrero spa di Alba.
Conclude Marcello Gatto, presidente di Coldiretti Cuneo “Stiamo seguendo tutta la complessa problematica del latte. In particolare abbiamo lavorato in accordo con la rappresentanza economica dei produttori, per far nascere l’impianto di produzione del latte in polvere. Solo cercando nuove opportunità di trasformazione si riesce a vivacizzare la situazione del mercato del latte e quindi tentare di recuperare sul fronte del prezzo del latte alla stalla. Un nuovo soggetto, di ampia portata economica non può che rappresentare una novità di cui anche le istituzioni debbono tenere conto nell’interesse non solo delle imprese agricole ma dell’intera economia piemontese.”

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