12 Giugno 2009
LATTE: GRANDE PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL FRÉJUS

Latte manifestazione FrejusLa speculazione sui prezzi si combatte con la trasparenza dell’informazione e per questo è necessario estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (UHT), latticini e formaggi , ma anche di rendere pubblici gli elenchi delle ditte che utilizzano latte sterile, cagliate,polveri e caseinati importati dall’estero all’insaputa dei consumatori. È questa la richiesta del migliaio di allevatori piemontesi alla frontiera del Frejus nell’ambito del presidio che ha permesso di verificare un intenso traffico di camion camion-frigo stracolmi di formaggi provenienti dalla Slovenia, mezzene di carni bovine provenienti dal Belgio e camion stracolmi di latte in polvere destinato al mercato italiano ed addirittura sulle isole.
“Si stima che, – ha dichiarato Bruno Rivarossa , direttore Coldiretti Cuneo e Piemonte – senza alcuna indicazione in etichetta, sugli scaffali dei nostri negozi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro siano stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita siano fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Gli italiani devono poter conoscere le caratteristiche e la provenienza degli alimenti che acquistano nei supermercati, ai quali chiediamo una scelta volontaria di responsabilità mantenendo separati sugli scaffali i prodotti ottenuti con vero latte italiano da quelli realizzati con latte, polveri o cagliate provenienti dall’estero”.
“A fronte del calo delle quotazioni del prezzo del latte alla stalla – ha commentato Marcello Gatto, presidente Coldiretti Cuneo – che sta provocando la chiusura degli allevamenti, l’Italia tra i grandi paesi produttori (Germania, Francia e Spagna) è l’unico Paese dove la Commissione Europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi” Sul piano della contrattazione, la Coldiretti sostiene la proposta per l’identificazione e definizione degli indici di riferimento nella definizione con l’industria italiana di un prezzo di base del latte alla stalla con riguardo alle caratteristiche e ai prezzi dei prodotti caseari italiani, nonché dei costi di produzione sostenuti dalle imprese di allevamento. Sono necessari interventi per il contenimento dei costi e l’accesso al credito, ma anche controlli sulle importazioni di prodotti lattiero caseari e soprattutto pubblicità su internet delle ditte di destinazione delle importazioni di polvere di latte e cagliate dall’estero sono alcune delle misure che la Coldiretti chiede di attivare immediatamente. In Italia nell’ultimo anno sono arrivati 86 milioni di quintali di latte equivalente tra polveri, cagliate, formaggi, cisterne di latte liquido o confezionato. Nel solo Piemonte vengono importati 7.945.000 quintali di latte, a fronte di una produzione di 8.915.000 quintali. Per garantire la veridicità del prodotto caseario, la Coldiretti chiede anche la mappatura mediante l’utilizzo di isotopi estesa a tutto il territorio nazionale mentre sul piano commerciale è necessario intervenire con norme per agevolare le imprese agricole all’accesso nella distribuzione tradizionale e organizzata, e alla partecipazione a bandi e gare d’appalto per favorire il consumo nelle mense pubbliche di latte e derivati. Facilitare lo sviluppo delle filiere corte dei prodotti lattiero caseari, può peraltro assicurare nuovi sbocchi di mercato più remunerativi per gli allevatori, mentre sul piano organizzativo occorre una ridefinizione dei ruoli e delle regole dell’attività dei consorzi di tutela dei formaggi italiani.
Intanto, a seguito di questa prima manifestazione,Coldiretti Piemonte ha reso noto che, mentre gli allevatori lasciavano il presidio del Frejus,attraverso una telefonata, la rappresentanza industriale manifestava la propria disponibilità a riaprire il dialogo per nuove formule di negoziazione.
Coldiretti Piemonte nell’interesse dei produttori, ha dato la disponibilità ad affrontare un dialogo che tenda a remunerare in maniera consona il latte alla stalla ed a valorizzare e distinguere il latte piemontese ribadendo comunque che, qualora non si raggiungessero risultati concreti, l’Organizzazione e gli allevatori piemontesi saranno pronti a riprendere la mobilitazione.

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