7 Marzo 2016
LATTE: FUORI I DATI DELLE IMPORTAZIONI E DEI FONDI PUBBLICI EROGATI AI CASEIFICI PIEMONTESI

“E’ urgente avere a disposizione i dati delle importazioni di latte e degli interventi con il vecchio Piano di Sviluppo Rurale, nei confronti delle industrie lattiero casearie. Sarebbe il colmo che questi fossero utilizzati per trasformare latte estero con impianti finanziati da fondi pubblici che avrebbero dovuto sostenere l’economia e l’occupazione piemontese”. Questo è il commento del direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano a margine di un incontro svoltosi oggi presso l’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, chiesto dalla dirigenza di Coldiretti Piemonte, Delia Revelli e Bruno Rivarossa, all’assessore Giorgio Ferrero.
Trasparenza e confronto devono essere le parole chiave in questo momento di profonda crisi per il comparto della zootecnia da latte.
“Abbiamo incontrato oggi l’Assessore Giorgio Ferrero presso la sede della Giunta Regionale ed abbiamo esposto una serie di priorità – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – in primis, trattandosi di soldi pubblici, gli abbiamo chiesto di comunicare e pubblicare i nomi e le cifre erogate dal PSR 2007-2013 all’agroindustria per ammodernare le proprie strutture. Inoltre, l’abbiamo sollecitato ad attivarsi con l’Assessorato alla Sanità per rendere noti i dati sull’importazione dall’estero di latte e derivati (cagliate) in modo da poterli sovrapporre e confrontare con gli stessi finanziamenti percepiti”.
A tutela del marchio piemontese che l’Assessorato all’Agricoltura intende proporre all’industria di trasformazione e alla GDO, la Presidente ed il Delegato Confederale con poteri di direzione  hanno detto: “E’ necessario prima conoscere l’elenco dei prodotti lattiero caseari che già vengono commercializzati con nomi e riferimenti al Piemonte e che, pertanto, usufruiscono indirettamente di una territorialità. Solo con questi tre elementi, i nomi, le cifre ed i prodotti, si può affrontare in trasparenza una tematica economica che consenta di verificare chi è veramente disponibile ad investire in una filiera regionale. In una problematica economica così grave, proprio la chiarezza è fondamentale per evitare azioni dannose al territorio”.

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