23 Novembre 2011
La “rivoluzione delle etichette” diventa una realtà europea

 Finalmente riconosciuta anche dall’UE la grande battaglia portata avanti da Coldiretti a tutela della salute di tutti i consumatori e della qualità dell’agroalimentare Made in Italy.

La “rivoluzione delle etichette”, fortemente voluta da Coldiretti a tutela della salubrità e dell’italianità degli alimenti diventa una realtà europea. Martedi 22 novembre è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il regolamento comunitario sulle informazioni alimentari ai consumatori che introduce l’obbligo di indicare i dati nutrizionali fondamentali.
La nuova norma sostituisce la vecchia direttiva del 1979 ed estende l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta di tutte le carni fresche: dal maiale al pollame, dall’agnello alla capra, al pari di quanto è già stato fatto con quella bovina dopo l’emergenza mucca pazza. Il regolamento prevede invece un percorso a tappe per l’estensione dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta per altre categorie di prodotto come le carni trasformate in salumi o altro
(2 anni) e il latte e derivati (3 anni). Tra le novità più importanti, vi è:
La dichiarazione nutrizionale obbligatoria: il contenuto energetico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, dovranno essere indicate sull’imballaggio in una tabella comprensibile, insieme e nel medesimo campo visivo. Tutte le informazioni dovranno essere espresse per 100 gr o per 100ml e potranno essere espresse in porzioni.
Va evidenziata la presenza di allergeni: Il nuovo regolamento prevede modalità diverse di indicazione delle sostanze allergeniche – che saranno evidenziate nella lista degli ingredienti per consentire al consumatore di individuarle più facilmente nei prodotti alimentari. Le nuove regole stabiliscono inoltre che le informazioni sugli allergeni dovranno essere fornite anche per i cibi non imballati, ad esempio quelli venduti nei ristoranti o nelle mense.
Il divieto alle indicazioni fuorvianti sulle confezioni: i consumatori non devono essere fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all’aspetto, alla descrizione e alla presentazione grafica, che saranno resi più comprensibili. Riguardo all’imitazione dei cibi, è stato previsto che gli alimenti simili ad altri, ma prodotti con ingredienti diversi, come i “simil-formaggi” prodotti con materie vegetali, dovranno essere facilmente identificabili. La carne ottenuta dalla combinazione di più parti di carni dovrà essere indicata come “carne ricomposta”, lo stesso varrà per il pesce, che sarà indicato come “pesce ricomposto”.
Una dimensione minima per rendere leggibili le etichette: le diciture obbligatorie sulle etichette dovranno avere caratteri tipografici minimi non inferiori a 1,2 mm (prendendo come riferimento la “x” minuscola), oppure 0,9 mm se le confezioni presentano una superficie inferiore a 80 cm2. Se la superficie della confezione è inferiore a 10 cm2, l’etichetta potrà riportare solo le informazioni principali (denominazione di vendita, allergeni, peso netto, termine minimo di conservazione, etc.) disposte nella posizione più favorevole.
La scadenza degli alimenti: la data di scadenza – sostiene la Coldiretti – dovrà essere presente anche sui prodotti confezionati singolarmente.
Il testo finale – sottolineano Marcello Gatto, presidente di Coldiretti Cuneo, e Bruno Rivarossa, direttore della Federazione provinciale e regionale, – nasce da un vero e proprio braccio di ferro durato quattro anni tra le istituzioni europee, sotto la spinta delle motivate richieste di Coldiretti. Il negoziato tra Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo si è svolto a partire dalle numerose emergenze alimentari che si sono verificate nell’UE, dai maiali alla diossina alla mozzarella blu fino al batterio killer che avrebbero dovuto spingere le Istituzioni comunitarie a scelte più immediate soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta delle materie prime impiegate negli alimenti, mentre per alcune categorie di prodotti è stato dilazionato nel tempo”.

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