25 Settembre 2008
LA CONSULTA VINO COLDIRETTI: QUESTA OCM NON CI PIACE

Obiettivi: restituire credibilità al settore; fornire strumenti per la competitività alle imprese; apportare correttivi nazionali a politiche Europee che minano i principi storici della vitivinicoltura tradizionale Piemontese e Italiana.

Partiamo in salita dopo che è stato approvato il Regolamento sulla riforma della
politica vitivinicola Europea (Organizzazione Comune di Mercato – OCM), che da un lato non interviene adeguatamente, come invece era stato annunciato nella fase iniziale, su un vero ammodernamento dei principi di intervento e, dall’altro introduce alcune novità preoccupanti. La perdente negoziazione in sede politica, ha permesso di lasciare passare il nuovo quadro di norme, oggi in parte già in vigore, altre che lo diverranno presto, che non possono essere cambiate, purtroppo. Oggi ci troviamo nelle condizioni di poter solamente introdurre correttivi parziali e non facili in sede di stesura dei regolamenti applicativi e dei successivi provvedimenti nazionali e regionali.
Questa è la difficile situazione in cui si potrà operare, come ha obiettivamente dovuto constatare mercoledì 3 settembre la Consulta Vitivinicola di Coldiretti Cuneo, composta dai produttori dei territori albesi, roerini, doglianesi e saluzzesi alla presenza del responsabile nazionale del settore Domenico Bosco, giunto da Roma per condividere un piano di azione già avviato, ma che dovrà essere intensamente sostenuto e completato.
“La riforma della Ocm vino” – afferma con fermezza e convinzione Domenico Bosco – “non ci piace affatto.
Zuccheraggio, vitigno e annata per i vini da tavola e liberalizzazione senza regole dai diritti di impianto sono tre aspetti importanti della riforma appena varata per i quali Coldiretti è stata sempre fortemente critica. Come Coldiretti stiamo lavorando sui tavoli comunitari e nazionali per cercare almeno di limitare i danni. Siamo inoltre fortemente contrari alla pericolosissima previsione della Commissione europea di
usare in etichetta la menzione Vino Comunitario perché nasconde l’origine del prodotto e vigileremo affinché le Docg, Doc e Igt esistenti non siano intaccate dalla riforma. È l’ora di finirla poi, con la demonizzazione dei sottoprodotti. Fecce e vinacce non sono rifiuti speciali ma risorse. Ai produttori deve
essere garantita la possibilità di utilizzazioni alternative all’esproprio della nuova distillazione”.
Piena sintonia dunque con il pensiero e le richieste che la Consulta Cuneese ha voluto indicare in un articolato documento di analisi, di critica e di proposta, consegnato al rappresentante nazionale.
Di fronte allo sconcertante quadro che si presenta con la nuova OCM sarebbe facile cadere nell’arrendevolezza, nella rassegnazione che non di rado si coglie sulla piazza, “tanto i giochi sono fatti” , vivendo con eccesiva apprensione il momento, oppure, viceversa, illudersi di poter cambiare ciò che resterà irremovibile. Sarebbe un errore.
Occorre invece – è emerso dalla Consulta – agire con lucidità e fermezza, pronti a discutere e proporre interventi correttivi, ma anche pronti dove necessitasse alla battaglia. Coldiretti si muoverà nelle varie sedi :
Bruxelles, Ministero e Regione, portando su quei tavoli precisi documenti di lavoro. Sono, infatti, molte le misure appena varate dal nuovo regolamento, l’applicazione delle quali è delegata allo Stato Membro ed alle Regioni e molto si potrà fare consultando i produttori e mettendo mano ai disciplinari delle DOC/G. Proprio lì Coldiretti porterà con forza le istanze a difesa dei valori della vitivinicoltura italiana e della tutela del consumatore. “Ci attende un periodo di intenso e difficile impegno” – ha concluso Mario Boschis, presidente della Consulta – “ma siamo pronti a fare la nostra parte, fino in fondo, ne va del futuro delle nostre imprese e dell’economia del territorio.

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