7 Marzo 2024
Invasione di cibo straniero, import record a 65 miliardi

Dal grano canadese e russo alla carne sudamericana, dalle nocciole turche al riso asiatico fino al pomodoro cinese, mai così tanto cibo straniero è arrivato sul nostro territorio con le importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 in Italia hanno raggiunto il valore record di 65 miliardi di euro. A denunciarlo, sulla base di dati ISTAT, è Coldiretti Cuneo che rimarca come tali prodotti spesso provengano da Paesi che non osservano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori.

“Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare cuneese e nazionale favorito dalle follie europee che – sottolinea Coldiretti – fanno calare la produzione agricola spingendo il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento.

“Occorre lavorare per aumentare la produzione agricola e agire sul fronte dei contratti di filiera – sostiene il Presidente Nada – fondamentali per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta, caratterizzando e valorizzando qualitativamente il prodotto locale e nazionale”.

Il prodotto simbolo dell’invasione di cibo straniero è il grano. In Italia nel 2023 – denuncia la Coldiretti – sono più che raddoppiate, per un totale di ben oltre il miliardo di chili, le importazioni di cereale dal Canada trattato con glifosato secondo modalità vietate a livello nazionale. Ma se il Canada resta il primo fornitore, l’import di grano russo e turco è aumentato rispettivamente del +1164% e del +798% secondo un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga.

“A pesare – sottolinea il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – ci sono anche gli accordi commerciali agevolati che portano in Italia prodotti stranieri che fanno concorrenza sleale ai prodotti italiani, deprimono i prezzi pagati ai produttori e rappresentano una minaccia per la salute dei cittadini. La Coldiretti è impegnata da tempo per fermare accordi scellerati come quello UE-Mercosur e per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”.

Tra i prodotti da scongiurare ci sono la carne di manzo e di pollo prodotta in diversi Paesi sudamericani con gravi inadempienze e rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento del lavoro minorile. Ma anche le nocciole turche coltivate con metodi rischiosi per la salubrità del prodotto e in quadro di precarietà e sfruttamento che coinvolge anche i minori, il riso asiatico coltivato utilizzando il triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016 che però entra in Italia grazie al dazio zero, il concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e fa abbassare le quotazioni del prodotto nazionale, le lenticchie canadesi fatte seccare con il glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato nel nostro Paese.

I cibi e le bevande stranieri – conclude la Coldiretti – sono oltre 10 volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da EFSA nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi.

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