17 Maggio 2010
IMMISSIONI ABUSIVE DI CINGHIALI: I RESPONSABILI DEVONO PAGARE

 In relazione alla notizia dei quattro cacciatori sorpresi ad introdurre dei cinghiali nel Comprensorio Alpino della Valle Stura, in Località Baut di Festiona a Demonte, la Coldiretti Cuneo, nel rivolgere un plauso per l’attività di sorveglianza svolta dalle Guardie Venatorie Provinciali, chiede che nei confronti dei quattro cacciatori colti in flagranza di reato non ci si limiti alla sanzione amministrativa ma si valuti una formula di denuncia per i danni indotti che le immissioni di cinghiali  provocano all’agricoltura, al territorio ed all’ambiente.
Coldiretti non accetta le dichiarazioni giustificatorie del presidente del Comprensorio Alpino della Valle Stura secondo il quale “ Fino ad oggi, in Valle Stura, di immissioni non ce ne sono mai state”.
Quanto accaduto dimostra il contrario. Coldiretti Cuneo sia attraverso i propri rappresentanti provinciali che attraverso i propri esponenti presso il Comitato di Gestione del Comprensorio Alpino, denuncia da sempre le immissioni abusive dei cinghiali da parte di alcune squadre di cacciatori. Semplicemente coloro che sino ad oggi l’hanno fatta franca, in barba ad ogni disposizione di legge e di regolamentazione, dopo tanti anni sono finalmente stati colti con le mani nel sacco. Anche alle tensioni presenti nel Comprensorio legate ai diversi modi di intendere la gestione della caccia da parte dei cacciatori potrebbero aver influito. Oggi nel Comprensorio Alpino della Valle Stura, sono circolate bozze di delibere che il CACn4 è in procinto di porre in attuazione, generando una discussione interna sfociata sul tavolo dell’Assessore Provinciale e Regionale alla Caccia. Il tentativo da parte di un gruppo di cacciatori di suddividere in zone la caccia al cinghiale assegnando le stesse ad una squadra, vanno nella direzione sbagliata. Questo istiga ai ripopolamenti clandestini, i cui danni ricadono in primis sull’agricoltura.
Concludono Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente e direttore Coldiretti Cuneo – “Il fatto verificatosi nel CACn4 è di una gravità estrema. Comminare le sanzioni è ben poca cosa rispetto alla responsabilità di questi cacciatori che con il ripopolamento clandestino arrecano incalcolabili danni all’agricoltura e mettono in serio pericolo la sanità della zootecnia cuneese che pascola nei territori dove si verificano le loro presenze. È necessaria una gestione del cinghiale che, su tutto il territorio provinciale, non preveda la zonizzazione del territorio e l’assegnazione dello stesso, ad una sola squadra. Coldiretti da sempre denuncia queste situazioni di cattiva ed errata gestione. Ora che i nodi sono venuti al pettine, si ha la conferma che le nostre non erano illazioni ma segnalazioni e reclami circostanziati e concreti. Per questo se dovesse verificarsi un prosieguo di fronte alla Magistratura, Coldiretti è pronta a costituirsi parte civile”.

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