Con il 2011 è iniziato un anno importante, per i progetti avviati e le nuove sinergie con il mondo dell’industria e dell’artigianato: un momento significativo per guardare al futuro dell’organizzazione è il Consiglio di inizio anno a Bra. Questo appuntamento è anche occasione per fare il bilancio dell’anno appena trascorso, insieme al presidente provinciale Marcello Gatto.
Presidente, qual è il bilancio del 2010 dal lato organizzativo?
“Coldiretti Cuneo, in linea con quanto stabilito nelle strategie nazionali e regionali, ha cercato di sviluppare una progettualità nel sistema economico.
In particolare, nel settore del latte, si è contribuito all’accordo Inalpi-Ferrero per la fornitura di polvere di latte, utilizzando il prodotto cuneese, di qui la nascita di Compral Latte, in accordo e piena sintonia con l’Associazione Provinciale Allevatori, che adotta il sistema indicizzato del prezzo. Oggi, questo sistema, vincente sotto l’aspetto economico, ha costituito uno stimolo al mercato locale del latte, generando aumenti consistenti del prezzo del latte alla stalla, pur in assenza di un prezzo di riferimento regionale”.
E negli altri settori?
“Per quanto concerne le nocciole, abbiamo realizzato un accordo interprofessionale con la Sebaste di Alba per la fornitura diretta di Nocciole Piemonte IGP. Abbiamo anche favorito la nascita di una cooperativa di giovani produttori, che come la Compra Latte aderisce a Unci Coldiretti, la centrale cooperativa che fa riferimento diretto all’Organizzazione. Nel settore della frutta, si sta lavorando per un accordo interprofessionale con grandi aziende di trasformazione per i succhi di frutta e le puree di frutta. In un mercato che punta deciso sul prodotto fresco, destinato sia al mercato interno che a quello estero, individuare concretamente uno sbocco industriale rappresenta sicuramente una garanzia economica per le imprese frutticole, relativamente al prodotto che non viene assorbito dal mercato del fresco”.
Nonostante tutto, la zootecnia da carne continua ad avere delle grosse difficoltà..
“La carne della razza bovina piemontese di ottima qualità, ma ottenuta con costi di produzione più elevati, non ha il riconoscimento economico che merita.
A questo occorre aggiungere gli aumenti dei costi di produzione determinati dalle speculazioni internazionali sui cereali, per cui occorre che si allarghi il mercato del prodotto.
In questo senso stiamo lavorando, in pieno accordo con il sistema allevatoriale. Anche per la suinicoltura, la situazione è pesante. Se da una parte c’è stato un aumento dei prezzi dei suini vivi, dall’altro va evidenziato che la provincia di Cuneo non ha sviluppato un sistema di trasformazione locale. Stiamo lavorando per potenziare questa trasformazione e fornire concrete risposte economiche alle imprese che da anni soffrono questa situazione”.
Presidente, le chiediamo un accenno sull’andamento economico dei vari settori produttivi.
“Per quanto riguarda il settore frutticolo, l’intero comparto continua a subire criticità cicliche, legate al tempo, ai consumi e, inoltre, a problematiche di carattere strutturale che condizionano il mercato. Nel settore orticolo, anche se l’annata è stata caratterizzata da produzioni abbondanti, il mercato non ha riscontrato quotazioni soddisfacenti. In particolare zucchine, melanzane e peperoni hanno fatto registrare quotazioni scarse, mentre il pomodoro ha rilevato una leggera ripresa.
Dopo due campagne contraddistinte da notevoli difficoltà nell’ambito cerealicolo, si è avuta finalmente un’ottima annata per il frumento tenero. Così, per il comparto maidicolo, in cui si sono registrate ottime rese e ottimi prezzi, con una elevata qualità e quotazioni che si attestano ampiamente al di sopra delle 200 euro/tonnellata, segnando un aumento del 65-70% rispetto al 2009. Nel settore corilicolo, dopo il calo verificatosi nella campagna precedente, si è raggiunta una produzione, a livello piemontese, di circa 17.000 tonnellate, di cui 12.000 solamente in provincia di Cuneo, con un aumento quantitativo nell’ordine del 25-30%, in linea con la media storica. Dal punto di vista qualitativo, il prodotto risulta ottimo e con buona pezzatura. La quotazione si è attestata sui 4,80 €/punto resa, pari a 210-220 €/quintale per il prodotto tal quale”.
Anche la Pac incide sul reddito agricolo.
“Per quanto riguarda le colture industriali, quella del 2010 è stata l’ultima campagna con il sistema di aiuto parzialmente accoppiato per il pomodoro da industria. A partire dal 2011, gli aiuti saranno erogati solo in base alle superfici realmente investite, sulla base della media del triennio precedente 2004-2006 e non più in base al quantitativo prodotto. Se a livello nazionale, la produzione ha avuto un calo compreso tra il 10 e il 15%, dovuto in particolare alle difficili condizioni climatiche in fase di trapianto, a livello piemontese e in particolare nella provincia Granda, vi è stato un buon andamento produttivo sia in termini di quantità, sia in qualità. La remunerazione è stata discreta sulla base dell’accordo interprofessionale che ha garantito stabilità nel prezzo e nei ritiri del prodotto, a cui si somma il premio accoppiato di circa 1000 €/ha. Per quanto concerne il settore pataticolo, in linea con il dato nazionale, vi è stato nel complesso un calo produttivo rispetto al 2009, dovuto principalmente alla riduzione delle superfici investite dagli agricoltori, ma con una qualità buona”.
E la viticoltura?
“La campagna 2010 è stata all’insegna dell’equilibrio. La vendemmia è iniziata senza gli anticipi, a cui nelle ultime annate ci eravamo abituati, né ritardi rispetto alla normalità, con le uve Pinot e Chardonnay per produrre lo spumante, in particolare l’Alta Langa. Immediatamente dopo è stata la volta dell’uva moscato, poi l’Arneis e via di seguito secondo un ordine regolare tutte le varietà rosse iniziando dal Dolcetto e la Barbera, per finire con il Nebbiolo. I vini che stanno completandosi denotano una qualità tra il buono e l’ottimo: bianchi perfetti, rossi di pronta beva delicati e senza eccessi; rossi da invecchiamento riccamente dotati di sostanze coloranti e tannini, elementi di partenza per garantire un prodotto strutturato, corposo e longevo, come si addice alle DOCG Barolo, Barbaresco, Roero e Dogliani superiore”.
Parliamo anche di castagne.
“La produzione di castagne ha subìto un notevole calo, circa il 30% rispetto al 2009, dovuta al progressivo abbandono delle aree montane e alla problematica persistente del Cinipide galligeno, il parassita che attacca i castagneti. Le quotazioni, vista anche l’esiguità dell’offerta e la buona qualità, sono state soddisfacenti da 1,20 a 1,50 €/kg”.
Anche i settori come l’avicunicolo, il miele e il florovivaistico hanno la loro importanza.
“Dopo un 2009 già abbastanza positivo, il 2010 ha dato segnali di stabilità per il settore avicolo da carne grazie alla ripresa dei consumi, in ripresa il settore cunicolo, mentre è rimasto invariato il mercato delle galline ovaiole con prezzi stabili (13,30 €/100 uova). Il settore florovivaistico ha mantenuto anche per il 2010, in linea con le annate precedenti, una buona stabilità di vendite e prezzi. Per quanto riguarda il miele, l’anno appena trascorso ha confermato il trend di crescita per il settore. La media produttiva si è mantenuta stabilmente oltre i 30 Kg/alveare e alla buona qualità del prodotto corrisponde un deciso aumento della domanda di miele sul mercato”.
Presidente, i recenti scandali delle carni tedesche alla diossina non aiutano il mercato..
“Gli scandali nel settore agroalimentare sono sicuramente da evitare per non incrinare la fiducia nei rapporti con i consumatori. Devo però dire che quanto è avvenuto in Germania è collegato al loro sistema di produzione, che nulla a che vedere con il Made in Italy. Per ora non abbiamo avuto contraccolpi sui nostri consumi. Il fatto poi che la Commissione Agricoltura del Parlamento stia approvando la tanto attesa legge sull’etichettatura obbligatoria dei prodotti agroalimentari, significa che anche la politica si è resa conto che il nostro sistema di produzione e dei controlli va difeso ed il consumatore aiutato nell’acquisto consapevole. Con questa legge si aprono sicuramente nuove opportunità di mercato per i prodotti agroalimentari Made in Italy”.