21 Maggio 2021
Green pass: fondamentale per il turismo in Granda

Una perdita di circa 11,5 miliardi per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir quella stimabile se non entrasse in vigore il Green Pass UE, comportando così la mancata presenza dei 28 milioni di turisti europei sul nostro territorio, che prima della pandemia avevano visitato durante l’estate l’Italia. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia in riferimento alla necessità di un accordo sul pass per i viaggi degli europei nell'Unione.
“Il ritorno degli stranieri in vacanza in Italia e nella nostra Provincia – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – è strategico per l’ospitalità turistica e per la ripartenza concreta dell’economia dei nostri territori, dalla montagna alle colline fra le mete più apprezzate dal turismo estero e i circa 200 agriturismi cuneesi dove gli stranieri rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti. Basti pensare che la Granda, fino al 2019, registrava oltre 2 milioni di presenze turistiche delle quali più di 800.000 straniere”.
Per l’Italia si tratta di una necessità dopo che la scorsa estate gli arrivi da questi Paesi sono crollati del 43% con pesanti effetti sull’economia e sull’occupazione. Il ritorno dei vacanzieri dall’estero in Italia è infatti strategico per l’ospitalità turistica nelle mete più gettonate anche perché i visitatori da questo paesi stranieri hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa.
“È importante – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – che con l’avanzare della campagna di vaccinazione e l’apertura delle frontiere si proceda anche alla ripartenza delle attività di ristorazione a pranzo e cena, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche”.

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