1 Giugno 2009
GIOVEDI’ 4 GIUGNO GLI ALLEVATORI PIEMONTESI AL FREJUS PER DIRE BASTA ALLE IMPORTAZIONI DI LATTE NON TRACCIATO

Giovedì 4 giugno presso il traforo del Frejus gli allevatori scenderanno in frontiera dalle 9.00 per una giornata di sensibilizzazione sui prodotti esteri importati (il latte in particolar modo) che entrano nel nostro Paese senza essere tracciati.
Il mancato raggiungimento di un accordo con la parte industriale sul prezzo del latte alla stalla e la continua importazione dall’estero di latte e cagliate spesso vendute come prodotto italiano ha spinto Coldiretti Piemonte ad organizzare una giornata di sensibilizzazione a difesa della produzione nazionale.
Questa sarà la prima di una serie di azioni che vedranno Coldiretti Piemonte impegnata in prima linea a tutela del lavoro dei produttori piemontesi nonché per fornire ai consumatori garanzie concrete circa la rintracciabilità dell’origine del latte.
Coldiretti sta monitorando le destinazioni di latte e cagliate straniere alle aziende di trasformazione che operano in Piemonte e che nazionalizzano tali prodotti con confezioni aziendali.
“Il nostro obiettivo – hanno dichiarato Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore Coldiretti Piemonte - è di tutelare la produzione nazionale e quella piemontese in particolar modo. In particolare chiediamo l’applicazione anche nel nostro Paese, vista la recente approvazione di una direttiva comunitaria, di prevedere l’obbligo di indicazione dell’origine della materia prima contenuta nel prodotto trasformato. In altre parole non è più ammissibile che un latte diventi piemontese solamente perché è stato confezionato da un’ industria che opera sul territorio regionale. Se qualcuno dovesse ancora avere dei dubbi sulle speculazioni in atto, anche nella nostra Regione, Coldiretti ricorda che in Piemonte si producono 8.915 000 quintali di latte e se ne importano 7.945 000 quintali. A livello nazionale la situazione è addirittura peggiore: a fronte di una produzione di 108 milioni di quintali se ne importano oltre 85 milioni.
È inutile continuare a parlare di acquisti consapevoli da parte dei consumatori quando poi non viene data loro la possibilità di accedere ad informazioni di base. La nostra battaglia dunque è fatta per la tutela del lavoro dei nostri allevatori, ma anche per l’interesse generale del consumatore”.

Torino, 3 giugno 2009

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