23 Settembre 2010
Fagiolo Cuneo: presto il riconoscimento ad IGP

 Buone notizie per un altro prodotto di eccellenza del cuneese:il Fagiolo Cuneo è ormai prossimo al riconoscimento della certificazione di Indicazione Geografica Protetta. È stata infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione della denominazione “Fagiolo Cuneo”.
“La procedura comunitaria – spiega Marcello Gatto, presidente provinciale Coldiretti – prevede ora un arco temporale di sei mesi per permettere agli altri Stati Membri di presentare eventuali domande di opposizione. Trascorso questo periodo il Fagiolo di Cuneo sarà ufficialmente iscritto nel registro europeo delle DOP e IGP.
“Abbiamo accolto con soddisfazione questa notizia; – commenta Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Cuneo e Piemonte – Coldiretti si è fortemente impegnata per arrivare a questo riconoscimento che è un’ulteriore dimostrazione della ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare. In attesa che l’iter per il riconoscimento definitivo del Fagiolo Cuneo ad IGP si concluda, continueremo a lavorare per valorizzare le produzioni di eccellenza del nostro territorio e l’impegno dei molti imprenditori agricoli che quotidianamente si impegnano per preservarlo e tramandarlo”.
“L’iter ministeriale è stato lungo e complesso – concludono Aldo Marchisio e Franco Ramello, rispettivamente presidente e segretario del Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela del Fagiolo Cuneo – Abbiamo dovuto supportare la richiesta della IGP con una documentazione tecnica e storica tesa a dimostrare che effettivamente il Fagiolo Cuneo rappresenta da sempre una fonte di reddito importante per la nostra provincia. Attualmente si producono 25 mila quintali di fagiolo secco e 90 mila quintali di fagiolo fresco, di cui circa 2 mila di fagiolo Billò, per una produzione annuale che si aggira intorno ai 20 milioni di euro. Mentre il fagiolo fresco viene per lo più consumato nel centro e sud Italia, dove esiste una tradizione gastronomica molto legata al consumo di questo prodotto, il fagiolo secco è invece fortemente utilizzato dall’industria di trasformazione del nord, Veneto in particolare, rispetto al quale è stato sottoscritto, alcuni anni fa, un accordo interprofessionale di vendita”.

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