24 Luglio 2009
DOPO UN GIUGNO CALDO, LUGLIO BOLLENTE PER LA MOBILITAZIONE DI COLDIRETTI

Nuove manifestazioni in programma per il 21, 22 e 23 luglio, giornate in cui la Coldiretti mobiliterà la propria base associata per una serie di manifestazioni sul territorio nazionale. Queste si svolgeranno alle frontiere, Brennero e Frejus in particolare, presso i porti, presso alcuni centri commerciali, nonché presso le Istituzioni come le Regioni e a piazza Montecitorio a Roma davanti alla Camera dei Deputati.
Nelle giornate precedenti sarà elaborato un documento che verrà inviato ai Presidenti di Camera e Senato, alle Commissioni Agricoltura dei due rami del Parlamento, ai Ministri della salute, delle Politiche agricole e del Lavoro e sul piano regionale alla Presidente della Regione, agli Assessori alla Sanità, all’agricoltura, ai Presidenti delle Province piemontesi, ai Prefetti e ai Parlamentari espressione del territorio.

I MOTIVI DELLA MOBILITAZIONE
Che i prezzi dei prodotti agricoli siano fortemente insoddisfacenti appare scontato. Ma che la crisi dei prezzi derivi da una importazione massiccia di prodotti ove spesso è ignota l’origine o comunque non rintracciabili è assurdo ed insopportabile dalle imprese agricole che invece, con Coldiretti hanno scommesso sulla qualità delle produzioni e sulla loro rintracciabilità. In buona sostanza con il presidio alle frontiere, e nel caso del Piemonte sarebbe la seconda volta che si va al Frejus, si vuole ancora una volta lanciare all’opinione pubblica ed alle Istituzioni il messaggio sulla mancanza di garanzie qualitative e sanitarie del prodotto importato e sulle “schifezze” che si rischia di mangiare se non intervengono misure di trasparenza dell’informazione, misure di tutela sui prodotti impiegati per i trasformati e controlli sulla composizione del prodotto finito, ma anche sulla superiorità e sulle garanzie qualitative del Made in Italy. Coldiretti intende dimostrare che la mancanza di sicurezza danneggia i consumatori e fa chiudere molte imprese agricole italiane. Di qui la richiesta di pubblicazione, da parte del Ministero dell’Agricoltura, degli elenchi delle industrie che importano materia prima dall’estero e poi la vendono come prodotto nazionale, l’indicazione in etichetta dell’origine e della provenienza della materia prima sia del prodotto  commercializzato tal quale che trasformato. A questo proposito Coldiretti ricorda che al Senato è giacente un disegno di legge del Governo che nonostante l’approvazione da parte delle Commissioni Agricoltura dei due rami del Parlamento, non è stato inserito all’ordine del giorno per un ostruzionismo da parte delle lobbies politiche trasversali controllate dalle industrie agroalimentari.
Infine Coldiretti chiede misure di tutela sui prodotti impiegati per ottenere prodotti trasformati di qualità e ricorda che, ad esempio, il vino non lo si fa con la chimica, che i formaggi si ottengono utilizzando il latte e non polveri, caseine e cagliate, che il miele e le confetture sono prodotti dalle api e dalla frutta e non dagli zuccherifici.

ALCUNE SITUAZIONI PARTICOLARI
Il mercato del settore lattiero caseario è talmente drogato e falsato dall’assoluta mancanza di trasparenza, che l’industria, la grande distribuzione e, purtroppo, anche tante cooperative pensano di poter fare a meno del latte italiano importando milioni di quintali di latte, cagliate congelate, polveri di latte e caseinati dall’estero e insieme alla zootecnia da latte anche la carne, l’ortofrutta e la cerealicoltura subiscono la concorrenza sleale dettata dall’anonimato dei prodotti, dall’arroganza della grande distribuzione e dalla miopia dell’industria alimentare.
Con questa mobilitazione Coldiretti intende dimostrare che c’è un'altra Italia intera in termini di quantità di latte e di altri prodotti della nostra agricoltura che proprio dal valico del Brennero, del Frejus e dai porti italiani entra legalmente nel nostro paese per confondere il mercato ed ingannare i consumatori. Il flusso continuo di latte e derivati che si muove dalla Germania, dalla Francia, ma anche dalla lontana Lituania verso i centri di lavorazione e trasformazione debbono essere resi pubblici poiché ne và della trasparenza del rapporto tra il mondo economico e quello dei con-sumatori ove le Istituzioni sono i garanti di questa legittima necessità di trasparenza.

COSI SI CHIEDERA’ IN CONCRETO ALLA POLITICA
Ci troviamo a poche settimane dal consueto esodo dalle città per il periodo estivo e non possiamo permettere di “mandare in vacanza dal paese” senza prima aver dato uno scossone ad una situazione che si trascina da troppo tempo. Nel rispetto dello spirito del 30 aprile in cui al Palalottomatica a Roma Coldiretti lanciò il progetto della filiera agricola tutta italiana che vede nel cittadino consumatore e nell’imprenditore agricolo due dei suoi punti di forza, occorre ora una capacità di protesta forte e coesa per passare dalle parole ai fatti dove nessuno può più tirarsi indietro dopo l’approvazione solenne del progetto alla presenza del Presidente del Consiglio e di alcuni suoi ministri.
Coldiretti ribadirà alla politica con voce ferma innanzitutto di adottare una decretazione che renda obbligatoria l’indicazione dell’origine anche per il latte UHT, cagliate e formaggi, anche se questo dovesse comportare l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.
E poi rendere finalmente pubblici i dati in possesso delle ASL e dei Ministeri, relativi alle importazione di latte e derivati dai Paesi comunitari, avendo il coraggio di fare nomi e cognomi di quelle industrie e cooperative che comprano all’estero e poi spacciano per italiano il prodotto ingannando il consumatore.
La stessa azione Coldiretti la chiede nei confronti di tutti gli organi di controllo preposti, dalle dogane alle Asl ai Nas, su tutti gli altri prodotti dall’ortofrutta all’olio dai seminativi alla carne.

CONCLUSIONI
Coldiretti è l’unica Organizzazione che da tempo si batte per difendere la superiorità dell’agroalimentare Made in Italy. La battaglia è per tutelare la nostra produzione che rappresenta nel panorama globalizzato un’autentica eccellenza che chi compra i nostri prodotti non ci riconosce in termini economici. Bisogna dire basta a tutte le “schifezze” che arrivano dall’estero o quanto meno fornire al consumatore lo strumento per conoscere l’origine del prodotto nel momento dell’acquisto poi, in modo consapevole, il consumatore farà le sue scelte. Solo passando attraverso una filiera agroalimentare tutta italiana possiamo immaginare, conclude la Coldiretti, di dare il giusto riconoscimento economico alle imprese agricole e trasparenza nei rapporti con il consumatore.

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