28 Aprile 2020
Crisi vino: dalla vendemmia verde alla flessibilità normativa, il piano di Coldiretti per evitare il fiasco nella Granda

A quattro mesi dall’inizio della vendemmia 2020, occorrono misure straordinarie a sostegno della vitivinicoltura della Granda. Le sollecita con forza Coldiretti, da settimane impegnata a portare istanze, presentare progetti e proporre soluzioni ai tavoli regionali, nazionali e comunitari – su quest’ultimo fronte anche grazie al canale del COPA-COGECA (rappresentanza delle Organizzazioni agricole a livello europeo) – per far fronte alla crisi senza precedenti delle cantine, con perdite fino all’80%, dovuta al blocco delle vendite all’estero, nella ristorazione e nei bar.

Coldiretti chiede di allocare in modo nuovo le risorse regionali del Programma Nazionale di Sostegno (PNS), oggi concentrate principalmente su promozione (50%) e ristrutturazione dei vigneti (35%), spostando temporaneamente l’attenzione verso altre misure, e di attingere a fondi extra regionali per non compromettere gli investimenti che le imprese stanno portando avanti con i fondi PSR e OCM.

La prima proposta Coldiretti riguarda la “vendemmia verde”, pratica mai attuata sulle nostre colline, che consiste nel distruggere i grappoli non ancora maturi per ridurre la resa dei vigneti e ripristinare l’equilibrio fra domanda e offerta di vino. Più precisamente, sul nostro territorio – spiega Coldiretti Cuneo – c’è bisogno di una vendemmia verde “selettiva”, che diminuisca i quantitativi dell’annata 2020 e ne garantisca la qualità senza imporre ai produttori la distruzione totale delle uve. Allo scopo occorre un contributo straordinario, a titolo di risarcimento per i viticoltori, differenziato Regione per Regione, anziché basato su una media nazionale che sarebbe insostenibile e inapplicabile per le aziende vitivinicole della Granda.

Altro strumento per contenere l’offerta, utile alle più grandi realtà vitivinicole e alle cooperative, è la distillazione volontaria, ossia la possibilità per i produttori di destinare il vino in giacenza alla distillazione, al fine di produrre alcol da disinfezione, oggi carente e del tutto ottenuto da prodotto d’importazione.

Coldiretti chiede, inoltre, di sostenere lo stoccaggio temporaneo privato e di agevolare l’acquisto di recipienti di cantina per i vini in giacenza che incontrano maggiori difficoltà di sbocco sul mercato e per quelli da invecchiamento.

Relativamente alla misura OCM Promozione Paesi Terzi, Coldiretti si è sin da subito attivata in sede ministeriale per chiedere misure straordinarie e deroghe per modificare calendari e tipologie di azioni, non avere penalizzazioni per spese non effettuate, incrementare la quota di aiuto, includere azioni anche nei Paesi UE e prorogare i termini.

“Si tratta di misure urgenti – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – indispensabili alla tutela di un comparto di eccellenza, cruciale per l’economia provinciale e regionale”. Un comparto che coinvolge 6.500 imprese, conta una superficie vitata di oltre 16.000 ettari, una produzione di quasi 1 milione di ettolitri e ben 18 DOC e DOCG che ricomprendono quasi 100 tipologie di vini, molto apprezzate oltre i confini nazionali per l’elevata qualità.

“È essenziale garantire liquidità alle imprese – rimarca Moncalvo – con interventi emergenziali e senza appesantimenti burocratici. Serve flessibilità normativa per la gestione delle misure del PNS al fine di non perdere risorse e per l’assunzione di manodopera, occorre prorogare i prossimi adempimenti in capo ai produttori vitivinicoli e posticipare le scadenze, superare vincoli oggi vigenti e investire fondi comunitari aggiuntivi per finanziare gli strumenti di accompagnamento e rilancio del settore. A tal proposito, ribadiamo che l’Italia deve farsi portatrice a livello comunitario di un piano di sostegno straordinario per un comparto così strategico per il Paese”.

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