L’ incontro regionale, svoltosi ieri sera a Santo Stefano Belbo, per affrontare le problematiche che in questi giorni sono emerse dal Consorzio di Tutela e Valorizzazione dell’Asti.
Presenti i delegati dei produttori della provincia di Asti guidati dal presidente Maurizio Soave e dal direttore Antonio Ciotta, ed i delegati della provincia di Alessandria con il presidente Roberto Paravidino e il direttore Simone Moroni, i delegati dei produttori che compongono la consulta vitivinicola della Coldiretti di Cuneo, guidati da Marcello Gatto e Federico Vacca rispettivamente presidente Provinciale e della Zona di Alba di Coldiretti Cuneo, con il direttore provinciale - regionale Bruno Rivarossa e il segretario Zona di Alba Cesare Gilli.
Il punto è stato fatto da Maurizio Soave, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo.
Secondo Coldiretti, nel Consorzio di Valorizzazione e Tutela dell’Asti, non vi è pari dignità tra produttori agricoli e industriali trasformatori. Conseguentemente, il mondo agricolo ha voluto dare un segnale forte al Consorzio stesso: 18 aziende private sono fuoriuscite, così alcune cantine sociali insieme all’associazione produttori “Muscatellum”. Altre disdette, secondo Coldiretti, sono state annunciate ed arriveranno nei prossimi giorni, nonostante siano state date adesioni “al buio” al Consorzio. Coldiretti è pronta a tutte le verifiche del caso.
Coldiretti Piemonte inoltre è consapevole che questo atteggiamento indebolisce l’immagine del Consorzio che per di più ha bloccato ogni forma di promozione del prodotto. L’obiettivo è esclusivamente quello di porre un problema di gestione e di effettiva rappresentanza senza pensare né alla chiusura del consorzio attuale, né alla costituzione di un nuovo consorzio, semmai di dare più forza alla compagine consortile con la partecipazione attiva della parte agricola.
Per Soave, coincidono anche i tempi: a gennaio verrà messo in discussione lo statuto del Consorzio, dove la parte agricola vuole contare di più, almeno quanto quella industriale. Conseguentemente occorre che l’attuale presidente del Consorzio trovi un’intesa con la parte agricola, altrimenti si arriverà alla conta della rappresentanza in Consiglio.
Soave ha poi ricordato come nel 2010 la commissione paritetica per la fissazione del prezzo delle uve, abbia lavorato troppo a senso unico.
“Vogliamo avere la possibilità di discutere la resa, il prezzo e soprattutto ai produttori che fanno riferimento alla Coldiretti, interessa l’elaborazione di una strategia che valorizzi il prodotto del territorio”. Questo il commento di Maurizio Soave.
Tra gli intervenuti, Piero Icardi e Adriano Martinetto di Castiglione Tinella, Pierluigi Chiola, presidente di Coldiretti Cortemilia e Federico Vacca, presidente Coldiretti Alba, Renzo Icardi, delegato di Santo Stefano Belbo, Dario Spertino di Nizza Monferrato, Gian Piero Gallione di Acqui Terme, Giuseppe Rivetti di Alba e Paolo Saracco presidente dell’associazione “Muscatellum”.
Tutti hanno ribadito che la volontà dell’industria di aumentare la resa delle uve oltre al disciplinare è strumentale a penalizzare la tipicità delle uve prodotte dal territorio piemontese e favorisce produzioni elevate che andrebbero in concorrenza con il prodotto commodities ottenuto con l’uva Moscato in mezzo mondo.
E’ chiaro che, come ha ribadito Maurizio Soave, dire di no a una produzione oltre il disciplinare, in questo momento non è facile, perché significa togliere duemilacinquecento euro lordi per ettaro. “Ma dobbiamo guardare avanti e pensare al futuro del Moscato perché l’industria può delocalizzare i propri acquisti, mentre la produzione è ancorata al territorio. Se si perde la tipicità, si perde sia il Moscato, che l’Asti Spumante”.
Bruno Rivarossa direttore di Coldiretti Piemonte “ La tenuta della Commissione paritetica in questo momento è a forte rischio. Chiediamo all’assessore regionale all’Agricoltura un incontro per denunciare l’attuale situazione. Considerato però l’indebolimento della rappresentatività del Consorzio dovuto alle fuoriuscite, Coldiretti chiede che venga considerata la necessità dei produttori di elaborare strategie durature nell’interesse del territorio piemontese. Di qui, la necessità che la Commissione paritetica debba garantire gli equilibri della filiera. Un ruolo che l’assessore regionale all’Agricoltura può svolgere”.
Si chiede al Consorzio di tutelare maggiormente la qualità del prodotto, in stretta connessione con il territorio. La produzione del Moscato è passata da 7.410.000 bottiglie del 2005, agli oltre 20 milioni del 2010.
Il mese di gennaio dunque sarà decisivo per il futuro del Consorzio attuale. Nonostante le rassicurazioni della dirigenza di Coldiretti, non si esclude che se dalla trattativa non dovesse emergere nulla di quanto richiesto dalla parte agricola, si approdi alla costituzione di un nuovo consorzio tra i fuoriusciti sia di parte agricola che industriale. I numeri ci sono.