24 Agosto 2015
CONSEGNATI A DOGLIANI IN BORGATA CASALE SCHINA CINA’ E CONTADINI DELL’ANNO

Si è svolta la consegna del premio culturale “Schina Cinà” indetto dal Comitato di San Colombano di Borgata Casale di Dogliani, in collaborazione con Coldiretti.
Il premio “Contadini dell’Anno” è stato assegnato ai coniugi Maria Assunta Bracco e Francesco Chiecchio, da sempre coltivatori diretti, impegnati nella conduzione di una piccola azienda vitivinicola.
La 19a edizione di Schina Cinà è stata assegnata a Mario Ballauri, che dopo un’esperienza professionale nel settore meccanico, è tornato ad occuparsi dell’azienda agricola di famiglia, producendo uva e nocciole.
La 16a edizione di Schina Cinà nel mondo è stata assegnata al giornalista Rai Alberto Gedda per aver promosso l’agricoltura e gli agricoltori, elevando il ruolo economico e sociale del settore.
Presente quest’anno l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, il parlamentare cuneese Mino Taricco, la rappresentante dell’Amministrazione Provinciale Ada Toso.
Coldiretti era rappresentata dalla presidente provinciale e regionale Delia Revelli, dal direttore di Cuneo, Enzo Pagliano, dal presidente e dal segretario Zona di Mondovì, Carlo Gabetti ed Elio Gasco.
Particolarmente nutrita la presenza degli amministratori locali: dal sindaco di Dogliani, Franco Paruzzo, all’assessore comunale all’Agricoltura Federica Abbona, dal sindaco di Farigliano, Mirko Spinardi a quello di Clavesana Luigi Gallo.
Da sempre vicini all’iniziativa, la Cantina Sociale di Clavesana con il suo presidente Giovanni Bracco, la Cantina di Dogliani con Bruno Roggia, la cooperativa Bovinlanga con Guido Rinero e l’azienda Le Falci di Dronero, rappresentata da Sergio De Clementi, che ha forgiato a mano il premio consegnato a Mario Ballauri.
“La considerazione unanime è che si tratta di un premio che ha lo scopo, come ha ricordato l’ideatore ed il fondatore Valter Costamagna, da una parte di riconoscere le fatiche e il lavoro svolto da chi, nonostante le difficoltà, ha continuato a credere nell’agricoltura e, dall’altra, a premiare ed incentivare chi è tornato ad occuparsi del settore agricolo, evitando lo spopolamento dei territori di Langa e, nel caso di Schina Cinà nel mondo, ne ha promosso l’immagine nella società”.

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