La suinicoltura cuneese continua a marcare il passo, lanciando segnali di difficoltà. Anche se sono stabili le quotazioni, i costi di produzione non consentono la redditualità del settore.
“Nonostante le quotazioni dei suini vivi - evidenzia Guido Riberi, che presiede il gruppo di lavoro sul settore suinicolo di Coldiretti Cuneo - si attesti su un prezzo per i suini grassi che si aggira tra gli 1.21 e gli 1.23 euro al chilogrammo, l’aumento del prezzo dei cereali, in particolare mais, orzo e soia e dei fattori energetici (con un aumento di 40 - 50 euro a capo), sta generando un aumento dei costi di produzione, per cui il settore vive un momento di grande difficoltà”.
Nonostante le rassicurazioni politiche di una possibile proroga dell’entrata in vigore della normativa, la problematica è tutt’altro che superata.
Inoltre, sugli allevatori in generale e sui suinicoltori in particolare, pende sempre la spada di Damocle della Direttiva europea nitrati, che genera forti speculazioni sui terreni e si ripercuote in maniera ulteriormente negativa sui costi di produzione del Cuneese.
“In Piemonte sono allevati 1.200.000 suini, di cui il 70 per cento in provincia di Cuneo – sottolineano Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente provinciale e direttore Coldiretti Cuneo e Piemonte - . E’ una grande produzione in termini numerici e di qualità, che va a tutela del consumatore. Ora va fatto il passo successivo, accelerando il processo di trasformazione dei suini direttamente sul territorio regionale, in modo tale da trattenere in loco il valore aggiunto derivante dalla trasformazione sia in termini economici che occupazionali. Oggi questo non avviene ancora in forma completa, a scapito della nostra provincia, favorendo quelle regioni che hanno sviluppato una tradizionale trasformazione del prodotto suinicolo”.
Concludono Marcello Gatto e Bruno Rivarossa: “Incrementare questa trasformazione darà alla nostra provincia la possibilità di creare una nuova economia, che potrà generare redditualità alle imprese e all’indotto con la creazione di nuovi posti di lavoro in un momento così delicato per l’occupazione. Per questo motivo, chiediamo un tavolo provinciale e regionale con tutti gli attori della filiera per codificare una strategia che possa accelerare il percorso economico. Chiediamo anche un ulteriore monitoraggio delle importazioni di carne suina e trasformati, che oggi raggiungono quasi 14 mila tonnellate in Piemonte, per un valore di circa 30 milioni euro”.
5 Gennaio 2011
COLDIRETTI: “PER AFFRONTARE LA CRISI DELLA SUINICOLTURA SERVONO NUOVE PROGETTUALITÀ DI FILIERA”