17 Aprile 2009
COLDIRETTI: MENO CARTA PIÙ VINO!

Un’azienda vitivinicola passa più tempo dietro alle scartoffie burocratiche che alla coltivazione della vigna o la produzione del vino. Questo perché il sommarsi di adempimenti, alcuni contraddittori, alcuni superflui, costringono a compilare documenti, registri, comunicazioni ed altre mille carte. Secondo uno studio dell’ufficio vini della Coldiretti del Piemonte sono almeno 30 gli adempimenti burocratici che precedono la messa in commercio di una bottiglia divino. Coldiretti rilancia la necessità di un intervento legislativo per snellire una burocrazia spesso inutile senza incidere sulla sicurezza e sulla qualità. Recentemente il Governo ha eliminato migliaia di articoli contenuti in altrettante leggi superate che appesantivano il cittadino, ma nessuna di queste ha ancora riguardato il settore vitivinicolo. Le imprese italiane, rischiano di perdere competitività nei confronti dei loro concorrenti esteri. Si cita ad esempio l’ormai obsoleto divieto di vendita del vino sui mercati ed in forma itinerante, che risale addirittura al 1931. Dall’introduzione dell’informatica si attendevano facilitazioni, invece la carta è rimasta quella di prima, quando non è aumentata. Dice Paolo Rovellotti presidente Coldiretti Piemonte “puntiamo a questo principio e ci stiamo impegnando attivamente attraverso un gruppo di lavoro regionale, coordinato da Maurizio Soave membro di Giunta con delega al settore, incaricato ad approntare un documento di proposta semplificativa sperando di arrivare ad un testo unico per l’intero settore. Evidenzio ancora, che snellire la burocrazia non deve significare allentare le sicurezze per i consumatori o le garanzie sulla qualità del prodotto. Le modifiche e le migliorie devono quindi essere fatte con la sapienza e l’esperienza del potatore che taglia non per tagliare, ma per fare in modo che i tralci rimasti diano frutti migliori.Bruno Rivarossa (foto alato),direttore Coldiretti Cuneo e Piemonte conclude dicendo: “in media l’impresa vitivinicola dedica almeno due ore di lavoro al giorno per adempiere ai vari obblighi di legge connessi alla conduzione dei vigneti, alla produzione del vino ed alla sua commercializzazione. In buona sostanza un viticoltore che produce, trasforma e commercializza il proprio vino, dedica almeno100 giornate lavorative all’anno per districarsi nel marasma della burocrazia che deve essere semplificata per alleggerire il carico all’impresa, pur con la ferma volontà di fornire le più ampie garanzie al consumatore finale”.

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