30 Aprile 2015
COLDIRETTI CUNEO CONTRO IL TAGLIO DEI SERVIZI POSTALI

L’Associazione Pensionati di Coldiretti insieme a tutta l’Organizzazione chiede con determinazione a Poste Italiane di rivedere il progetto che prevede la riduzione dei servizi, il dimezzamento dei giorni di consegna e la chiusura di molti sportelli.
Dice Lorenzo Bergese, presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti: “Probabilmente non ci si rende conto che contenere i servizi postali significa impoverire il territorio ed infliggere un ulteriore duro colpo ai servizi soprattutto nelle zone periferiche e montane della nostra provincia. Un progetto che non tiene conto delle legittime esigenze di chi vive sul territorio, già gravemente provato dalle scelte operate da altri enti pubblici e privati”.
Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo: “Dopo il congelamento del piano di gennaio, che prevedeva la chiusura degli uffici e la riduzione degli orari di apertura al quale Coldiretti si oppose con determinazione, ora un nuovo documento nel quale l’azienda Poste Italiane prevede recapiti a giorni alterni della corrispondenza in oltre novecento comuni piemontesi. Il problema è che non è stato reso noto l’elenco, per cui non si è neppure in grado di compiere una valutazione approfondita sulle singole situazioni”.
Quello che si sa è che l’azienda vorrebbe ridurre i servizi postali nei tre quarti dei Comuni del Piemonte per un totale nazionale di 5.296. Coldiretti Cuneo giudica gravissimo il via libera del Garante per le Comunicazioni l’AgCom, che a luglio scorso aveva invece preso posizione, difendendo i servizi postali nei Comuni montani e nelle aree marginali del Paese, individuando zone “a domanda debole”.
Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo: “Nelle nostre zone montane i servizi postali sono in molti casi l’unico punto di riferimento per i residenti. Stanno scomparendo gli sportelli bancari, si stanno concentrando a valle alcuni servizi che prima erano svolti dai singoli comuni per via dello spending review imposto dal Governo. Nelle nostre aree periferiche, hanno chiuso molte scuole di primo grado,venendo cosi a mancare un servizio essenziale alle famiglie residenti. Anche fare la spesa in alcuni comuni è diventato poco agevole per la chiusura dei piccoli esercizi commerciali. Questo per dire che la montagna e la periferia sono un momento indispensabile per il presidio dei territori. Questo lo si ottiene non certamente con le parole e i buoni propositi, ma con i fatti concreti. Auspichiamo che vi sia, almeno sul fronte Poste, un ripensamento ed una gestione diversa dei tagli”.

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