8 Gennaio 2008
COLDIRETTI: CRONACA DI UN ANNO DI LOTTA SINDACALE
Si conclude un anno trascorso all’insegna delle numerose problematiche che attanagliano il settore agricolo. Incertezze dovute ad una situazione internazionale di mercato che vede le nostre imprese costrette ad un confronto serrato con la concorrenza spesso sleale dei paesi emergenti. Ma anche una situazione generale di crisi della politica e delle istituzioni che spesso anziché aiutare il percorso di rigenerazione dell’agricoltura sono da ostacolo al loro sviluppo.
Una burocrazia incalzante e sorda ad ogni richiesta di semplificazione. Una politica fatta di proclami, avulsa dai problemi reali, con una litigiosità che non costruisce il dialogo ed il confronto costruttivo.
In questa situazione oggettivamente complessa si inserisce la Coldiretti quale forzasociale che anche nel 2007 ha messo al primo posto le imprese agricole, gli imprenditori ed i loro collaboratori senza trascurare la presenza dei giovani, delle donne e degli anziani.
Una Coldiretti diversa da quella degli scorsi anni. Con la manifestazione di Bologna Coldiretti ha denunciato, con oltre 200 mila persone in piazza, la non condivisione della politica del Governo Prodi ed in particolare dell’operato del ministro Paolo De Castro. Senza mezzi termini il presidente Sergio Marini ha chiesto al Ministro una maggior attenzione verso il made in Italy anche quando i prodotti sono trasformati. È stato ribadito che l’origine, l’informazione al consumatore attraverso l’etichettatura del trasformato fanno crescere quel rapporto di trasparenza indispensabile per tutelare i nostri prodotti.
De Castro, di fronte alle critiche della Coldiretti ha reagito positivamente nei fatti. Mentre a parole affermava che nulla sarebbe cambiato, in pratica dava corso ad una serie di decreti e di documenti presentati a livello comunitario che accoglievano le richieste di Coldiretti.
Poi c’è stata la crisi della suinicoltura. Proprio dalla provincia di Cuneo è partita una strategia sindacale che ha visto porre il problema dei prezzi dei suini a livello interregionale prima e nazionale dopo.
È ovvio che la crisi in questo settore è difficile da superare. Occorre però che le istituzioni, Camere di Commercio in primis, modifichino le commissioni che stabiliscono i prezzi essendo ormai quello il riferimento per i suinicoltori.
E poi tutto il percorso di valorizzazione della salumeria tipica, dal prosciutto crudo di Cuneo che ha ottenuto la Dop alle altre in corso come il lardo Cuneo, la pancetta Cuneo ed il salame crudo Piemonte sono altri momenti per trattenere valore aggiunto sul territorio. In questo senso la manifestazione di Torino ha rappresentato un momento di collegamento tra il mondo agricolo ed il consumatore.
Il mercato del latte è andato un po’ meglio dovuto agli effetti positivi (finalmente!) delle quote latte. In pratica la produzione è stata di poco inferiore alle richieste costringendo le industrie a riconoscere un aumento del prezzo del latte alla stalla. Resta l’ormai annoso problema delle quote latte nei confronti delle quali il 2008 sarà determinante per l’introduzione di misure tendenti a traghettare il settore verso il 2015 anno in cui cesserà in Europa il regime delle quote latte. La manifestazione di Brescia in questo senso ha dato una grossa mano al settore: disponibilità al dialogo, ma grande fermezza per tutelare i produttori che le regole le hanno rispettate sia comprando che affittando le quote, sia rateizzando. La frutticoltura insieme alla orticoltura ha vissuto un 2007 sostanzialmente positivo sul fronte dei prezzi.
Sul settore resta l’incognita dell’OCM che ha già visto approvati i decreti di attuazione, anche se l’orientamento della Coldiretti soprattutto sul settore della frutta fresca e dell’art. 51 sul disaccoppiamento totale non erano condivisi. In questo senso il 2008 sarà un anno in cui non bisognerà abbassare la guardia. Occorrerà anche che gli operatori economici valutino meglio l’importanza o meno della IGP Mela Rossa e della IGP Castagna Cuneo nonché delle altre in fase di ottenimento per le fragole e i piccoli frutti.
Valutazioni che devono portare o a far crescere i consorzi di tutela oppure se questa forma di valorizzazione non dovesse interessare qualche componente della filiera forse sarebbe meglio lasciar cadere queste realtà che sono comunque costose per una serie di incombenze imposte dalla legge. In altre parole o le IGP servono e allora si fanno crescere oppure e meglio chiuderle.
Infine il settore vitivinicolo che continua a guardare all’espansione dei mercati asiatici ed a quelli dell’Est Europeo con grande interesse. Resta un grande lavoro di promozione e valorizzazione da fare nel nostro Paese per aumentare i consumi fra i giovani e consentire a prodotti tradizionali come il Dolcetto di uscire dalla situazione di stanca che lo caratterizza. Per capire come sarà il 2008 bisognerebbe essere degli indovini.
Certamente non sarà un anno facile perché continua una situazione di sostanziale immobilismo dell’economia occidentale mentre la crescita del PIL (prodotto interno lordo) dei paesi emergenti graverà ulteriormente sullo sviluppo delle nostre imprese. La crisi economica ormai non risparmia più nessuno, neanche la nostra provincia dove nonostante qualche statistica più o meno positiva i problemi sono pressanti. Un’industria che anziché creare nuovi posti di lavoro e rigenerarsi, chiude e riduce giorno dopo giorno la propria attività. Di qui il tentativo di molte persone di dedicarsi al mondo del lavoro autonomo, nel commercio, nell’artigianato, per supplire alla disoccupazione causata dall’industria. C’è da chiedersi se questa polverizzazione delle imprese, che a livello statistico e politico viene letto come un dato positivo, lo sia veramente oppure se non sia il caso di analizzare il fenomeno in maniera meno superficiale e di impostare interventi che diano realmente aumento di fatturato. Coldiretti continuerà a fare la sua parte anche a costo di doversi scontrare con i poteri forti e con i salotti buoni.
Per l’organizzazione non ci sono altri “padroni” se non i propri soci.
(Nella foto Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, presidente e direttore Coldiretti Cuneo)