15 Maggio 2023
Ambiente: la carne sintetica inquina 25 volte di più

Il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica, o meglio “a base cellulare” come suggerito dalla FAO e dall’OMS, definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale, secondo i risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner e dai suoi colleghi dell’Università della California a Davis. È quanto riferisce Coldiretti Cuneo nel rilevare come lo studio sia un contributo alla chiarezza in un campo d’indagine molto recente sul quale crescono le ombre.

La ricerca, pubblicata sul sito www.biorxiv.org – spiega Coldiretti Cuneo – consiste in una valutazione del ciclo produttivo della carne a base cellulare stimando l’energia utilizzata in ogni fase con gli attuali metodi di produzione, un parametro che è grosso modo indipendente dal tipo di carne prodotta. In particolare i ricercatori hanno focalizzato l’attenzione sulle sostanze nelle quali vengono fatte crescere in laboratorio le cellule staminali che sembrano avere un forte impatto sull’ambiente, a causa dei processi di trattamento necessari per evitare la formazione di tossine o batteri. Il risultato – evidenzia Coldiretti Cuneo – è che la produzione della carne in laboratorio è più impattante dal punto di vista ambientale della zootecnia tradizionale.

Le preoccupazioni ambientali che arrivano dal mondo della ricerca – continua la Coldiretti – fanno seguito ai rischi per la salute censiti dal recente Rapporto pubblicato dalla FAO e dall’OMS che hanno individuato ben 53 pericoli potenziali per la salute, dalle allergie ai tumori, per i cibi “a base cellulare” (carne, pesce e latte), definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali.

“Dal mondo scientifico cominciano ad arrivare conferme sulla necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda” afferma il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

“Proprio per questo la sfida che la Coldiretti lancia alle Istituzioni europee – dice il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo, bensì a prodotti a carattere farmaceutico”.

Un’esigenza che ha portato alla presentazione in Italia del disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale, che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento: un primo importante risultato, in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale, raggiunto grazie alla grande mobilitazione della Coldiretti “No al cibo sintetico”, che ha acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo sul quale si comincia ora a fare luce.

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