12 Settembre 2013
ABOLITA L’IMU AGRICOLA: ORA OCCORRE EVITARE L’AUMENTO DELL’IVA

 Dopo la battaglia sull’Imu, i ferri dei partiti sono tornati ad incrociarsi dentro e fuori la maggioranza, con l’aumento dell’Iva a fare da nuovo elemento di attrito politico.
Ma procediamo per gradi.
Il Governo ha approvato l’abolizione definitiva della prima rata dell’IMU 2013. La sospensione, operata a giugno, diviene quindi cancellazione, sia per l’abitazione principale che per i terreni agricoli e i fabbricati rurali.
Lo stesso Governo ha preso l’impegno di cancellare anche il saldo, mediante un prossimo intervento della Legge di Stabilità di ottobre, con la quale verranno definite le coperture necessarie alla cancellazione definitiva per tutto il 2013. Con tale provvedimento, verrà ridefinita la tassazione degli immobili e della fiscalità locale dei comuni, prevedendo una service-tax che ingloberà anche la tassa sui rifiuti e servizi.
Come dichiarato dal nostro presidente nazionale Sergio Marini, che ha seguito in prima persona il complesso iter, che ha portato all’approvazione dell’atteso provvedimento, “Si tratta di una scelta responsabile che riconosce il ruolo ambientale, sociale e culturale della nostra agricoltura che contribuisce a produrre quei beni comuni che il mercato non remunera”. Grande soddisfazione quindi di Coldiretti, che ringrazia in particolare il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo che, nonostante le oggettive difficoltà politiche ed economiche, ha mantenuto l’impegno sottoscritto nel patto per l’agricoltura davanti ai 15mila agricoltori presenti all’Assemblea economica di Coldiretti lo scorso luglio, dimostrando di credere nell’agricoltura quale perno per una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese.
L’Imu agricola avrebbe comportato un insostenibile onere di circa 700 milioni di euro alle imprese agricole per il 2013 (630 per i terreni e 70 per i fabbricati); in Piemonte l’incidenza stimata da Coldiretti è variabile tra i 70 e i 95 milioni di euro!
In questi giorni, si sta assistendo ad una serie di rivendicazioni, rispetto alla battaglia dell’Imu, da parte di altre associazioni o pseudo tali.
Come sostiene il vecchio adagio “La vittoria ha cento padri, mentre le sconfitte sono orfane”, Coldiretti ribadisce di essere stata la prima e l’unica Organizzazione ad aver trattato direttamente con il Governo. A questo grande risultato, si aggiunge il ritorno della fiducia nelle imprese, spinto soprattutto dalla crescita delle esportazioni che nell’agroalimentare raggiungerà il record storico di 34 miliardi nel 2013 con un aumento stimato del 7 per cento.
I risultati positivi nelle esportazioni compensano i dati ancora negativi nei consumi interni, che hanno colpito come mai era accaduto prima anche l’alimentare con un taglio della spesa del 4 per cento nel primo semestre dell’anno.
Ora, l’attenzione politica è concentrata sull’ulteriore aumento di un punto dell’Iva. Secondo Coldiretti, occorre scongiurare l’ulteriore aggravio, come hanno dichiarato Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo, dal momento che questo significherebbe inchiodare la ripresa ed azzerare i seppur mediocri segnali di aumento dei consumi.
Che l’Iva non vada ulteriormente aumentata lo stanno sostenendo in molti, in quanto venendo a mancare la crescita dei consumi ed in presenza di una ulteriore depressione economica, non si ha la sicurezza dell’aumento delle entrate. Purtroppo, nel nostro Paese la domanda interna, i consumi sono stagnanti. Solo l’export agroalimentare segna percentuali positive.
E’ chiaro che con la manovra di bilancio avremo la decisione definitiva.

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