26 Ottobre 2023
1/3 dei raccolti da mani straniere, 10.000 nella Granda

Viene prodotto nei campi e nelle stalle da mani straniere quasi 1/3 del Made in Italy a tavola, con 362.000 lavoratori provenienti da tutto il mondo che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo ben il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore nel 2022. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti che ha collaborato al Dossier statistico immigrazione a cura del Centro studi e ricerche IDOS.

Nella Granda – evidenzia Coldiretti Cuneo – sono oltre 10.000 i lavoratori assunti ogni anno dalle aziende agricole con una forte rappresentanza di rumeni, albanesi e macedoni, oltre che marocchini, indiani e senegalesi. Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri Paesi e perfettamente integrati che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno con reciproca soddisfazione.

“È importante affrontare il tema della disponibilità di manodopera con una gestione dei flussi più efficiente partendo dal Decreto triennale che abbiamo fortemente sostenuto e che può dare una grande mano tenendo conto che si passa dalle 14.000 unità di lavoro stagionale alle 82.000 del 2023 fino alle 90.000 del 2025” afferma il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, nel precisare che “alle imprese serve la certezza di poter avere a disposizione lavoratori regolari e di non subire la concorrenza sleale di chi sfrutta le persone”.

Nelle campagne servono figure specializzate – sottolinea la Coldiretti – come i trattoristi, i serricoltori, i potatori ma anche raccoglitori per le verdure, la frutta e la vendemmia. Non vanno poi dimenticati – continua Coldiretti Cuneo – i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“Nelle nostre campagne, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani – afferma il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – resta fondamentale il contributo dei lavoratori stranieri al successo dell’agroalimentare Made in Cuneo nel mondo, dall’orticoltura alla frutticoltura fino alla viticoltura”.

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