20 Settembre 2019
Carburanti agricoli, Coldiretti: attacco inaccettabile all’agricoltura

La bozza del Decreto-Legge sul clima contiene un attacco senza precedenti all’agricoltura italiana che rischia di mettere fuori mercato il nostro agroalimentare rispetto ai partner europei e di condannare all’abbandono e al dissesto idrogeologico vaste aree del nostro territorio. È la denuncia di Coldiretti in riferimento al provvedimento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che propone di ridurre i sussidi ritenuti dannosi per l’ambiente, annoverando tra questi anche i carburanti per l’agricoltura. Agricoltura italiana che si distingue per essere la più “verde” d’Europa, sempre più biologica e determinata nel vietare la carne agli ormoni e le coltivazioni OGM e nel tutelare i primati nazionali della biodiversità. “Il gasolio - spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo - è l’unico carburante utilizzabile al momento per i trattori e tassarlo non porterebbe alcun beneficio immediato in termini di utilizzo di energie alternative a favore delle quali dovrebbe invece essere sviluppato un programma di ricerca e di sperimentazione per i mezzi agricoli”. Nella Granda ogni anno sono circa 11.300 le aziende agricole che, tramite gli Uffici di Coldiretti Cuneo, ottengono - dietro il rispetto di precise regole stabilite a livello ragionale - l’assegnazione di carburante con accisa ridotta dal 40 al 50%, agevolazione che oggi rischiano di perdere. Come se non bastasse, la revisione della fiscalità sull’attività di allevamento prevista dal Decreto clima costringerebbe molti allevatori a chiudere l’attività. “A rischio - denuncia Moncalvo - c’è la tenuta di un comparto di lunga tradizione e vitale per l’agroalimentare Made in Cuneo, quello della zootecnia, che nella Granda conta numeri di primo piano a livello nazionale: 4.300 allevamenti di bovini con circa 500.000 capi, di cui 185.000 di razza Piemontese, e poco meno di 1.000 allevamenti di suini con quasi 850.000 capi”. “L’aumento delle tasse sull’attività di impresa in agricoltura - conclude Moncalvo - fa perdere competitività al nostro sistema rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei che non sono colpiti dallo stesso inutile balzello, con il risultato di delocalizzare le fonti di approvvigionamento alimentare e di aumentare enormemente il costo ambientale legato all’aumento dei trasporti inquinanti su gomma dall’estero”.

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