7 Giugno 2024
Voto europeo: il Manifesto per l’agricoltura

In attesa degli esiti elettorali e della formazione delle nuove Istituzioni dell’Unione europea, la Coldiretti ha messo a punto un Manifesto sulle misure che chiede ai nuovi vertici di Bruxelles. “L’Europa che vogliamo” è il titolo del documento finalizzato a rilanciare l’agricoltura, valorizzare il ruolo dei produttori, difendere qualità e trasparenza del cibo, sostenere il reddito degli agricoltori.

 

“Auspichiamo una politica impegnata nella salvaguardia e valorizzazione dell’agroalimentare, comparto strategico dell’economia a tutti i livelli, dalla nostra provincia all’Europa. L’agroalimentare potrà crescere solo garantendo competitività alle imprese agricole, ossia limitando al minimo i danni da fauna selvatica, puntando sulle filiere che portano giusto reddito agli agricoltori, azzerando la burocrazia e le criticità dei bandi per nuovi investimenti, e garantendo la trasparenza in etichetta” sostiene Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.

 

Il Manifesto Coldiretti parte dalla PAC (Politica Agricola Comune), “uno strumento prioritariamente agricolo e non ambientale” da cui dipende il futuro del cibo e conseguentemente stabilità, pace e democrazia.

 

“Basta con le politiche ‘ideo-ecologiste’, mai più strategie scritte contro l’agricoltura, ma investimenti da incrementare per favorire il ricambio generazionale e assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei” afferma Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo, che sottolinea l’importanza di riconoscere il ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della biodiversità.

 

Una questione chiave secondo Coldiretti Cuneo è il riconoscimento di un giusto reddito per gli agricoltori, per cui la PAC dovrà incentivare un modello che favorisca gli accordi di filiera affinché nella catena del valore non venga svantaggiato l’anello dei produttori.

Altro punto fondamentale e centrale nell’azione che Coldiretti porta avanti da settimane è l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta per tutti gli alimenti e l’abolizione della regola del Codice doganale sull’ultima trasformazione che consente di italianizzare prodotti agroalimentari stranieri che hanno subìto lavorazioni minime in territorio nazionale.

Nella difesa a 360 gradi del cibo rientra la richiesta di stop alle importazioni che non rispettano gli standard europei e italiani, facendo concorrenza sleale ai nostri produttori: è essenziale, secondo Coldiretti, introdurre il principio di reciprocità negli scambi commerciali.

La difesa Coldiretti del cibo si basa anche sul no al Nutriscore, l’etichetta nutrizionale che inganna i consumatori e danneggia i prodotti di qualità, e al cibo realizzato in laboratorio. Grazie alla Coldiretti e alla sua grande mobilitazione con la raccolta di due milioni di firme, la questione dei prodotti alimentari artificiali è diventata di dominio pubblico e l’Italia ha varato una legge che vieta produzione, trasformazione e importazione di cibi sintetici, che è diventata un modello. Dodici Paesi dell’Unione Europea, infatti, hanno sottoscritto un documento che prevede una moratoria sul cibo a base cellulare e dall’altra parte dell’oceano Florida e Alabama hanno varato una normativa analoga a quella italiana.

Coldiretti chiede la semplificazione delle regole dello Sviluppo rurale e il rafforzamento degli investimenti in ricerca (a partire dalle TEA) e formazione. La promozione dell’innovazione deve diventare, per Coldiretti, un driver dell’Unione europea. Tra le proposte una campagna di sostegno all’agricoltura di precisione, investimenti europei per sistemi di intelligenza artificiale per superare i ritardi su questo fronte presidiato dai giganti tech di Stati Uniti e Cina.

Altro capitolo quello della gestione dei rischi che – rimarca Coldiretti Cuneo – deve puntare a una maggiore flessibilità e velocità nell’accertamento dei danni e nella ricostruzione del capitale di anticipazione per assicurare la continuità dell’azienda.

Senza dimenticare il contenimento della fauna selvatica necessario per tutelare il reddito degli agricoltori.

E ultimo, non certo per importanza perché potrebbe rappresentare la vera svolta, la cancellazione della burocrazia che oggi – denuncia Coldiretti Cuneo – obbliga gli agricoltori a produrre più carte che alimenti.

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